Balletto in due atti
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Libretto | Th. Gauthier e G. Saint-Georges da H. Heine |
Coreografia | L. Lavrovski da J. Perrot, J. Coralli e M. Petipa |
Musica | A. Adam |
Costumi | E. Dvorkina |
Introduzione e storia di Giselle
Il balletto “Giselle” è uno dei capolavori più emblematici del repertorio romantico, considerato universalmente come l’apoteosi del balletto romantico ottocentesco. Creato nel 1841 con libretto di Théophile Gautier e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges, ispirato da un passo del libro di Heinrich Heine “Della Germania”, e coreografato da Jean Coralli e Jules Perrot su musica di Adolphe Adam, “Giselle” rappresenta un’opera in cui i temi dell’amore, del tradimento e della redenzione si intrecciano con il sovrannaturale, evocando l’atmosfera malinconica e idealizzata tipica del Romanticismo.
La storia di Giselle è quella di una giovane contadina che, innamorata di un giovane che crede essere un umile contadino di nome Albert, scopre che il suo amato è in realtà un nobile sotto mentite spoglie, fidanzato con un’altra donna aristocratica. Alla rivelazione dell’inganno, Giselle perde la ragione e muore, per poi trasformarsi in uno spirito delle Willis, creature sovrannaturali che si vendicano sugli uomini costringendoli a danzare fino alla morte. La purezza del suo amore, però, permette a Giselle di salvare l’amato Albert dalla stessa sorte tragica e di trovare la pace eterna.
Debutto e successo di Giselle
Il balletto debuttò il 28 giugno 1841 all’Opéra di Parigi con Carlotta Grisi nel ruolo di Giselle, Lucien Petipa nel ruolo di Albrecht, e Adèle Dumilatre come Myrtha, la Regina delle Willis. L’opera ebbe immediatamente un enorme successo, grazie alla profondità della storia, alla raffinata partitura musicale di Adam, e alla coreografia che combinava movimenti delicati e poetici con momenti di potente drammaticità. Giselle è uno dei primi balletti in cui l’espressione emotiva è considerata altrettanto importante quanto la tecnica. In questo senso, il personaggio di Giselle è stato un veicolo ideale per alcune delle più grandi ballerine della storia, che hanno potuto esplorare l’intera gamma delle loro capacità artistiche e interpretative.
La coreografia originale di Jean Coralli e Jules Perrot è stata fonte di ispirazione per moltissimi riallestimenti successivi. Jules Perrot era conosciuto per la sua capacità di evidenziare il talento delle singole interpreti, mentre Jean Coralli, al contempo, lavorava maggiormente sulle coreografie corali e sulla rappresentazione d’insieme. Questa combinazione è ciò che rende Giselle un’opera straordinaria, in cui momenti di toccante introspezione si alternano a scene di massa dal grande impatto visivo.
Giselle in Russia: Petipa e la tradizione
L’importanza di Giselle nel repertorio romantico si è consolidata anche grazie ai successivi adattamenti e alle rivisitazioni curate da Marius Petipa, uno dei più influenti coreografi della storia del balletto. Quando il balletto approdò in Russia nel 1842, Petipa lo ripropose più volte nel corso della sua carriera, contribuendo a definirne la versione che conosciamo oggi. Il suo contributo è stato fondamentale nel raffinamento della tecnica e nella drammaturgia del balletto, conferendo ai movimenti delle Willis un’eleganza e una precisione che evocano la loro natura eterea e spettrale.
Le Willis sono uno degli elementi più iconici di “Giselle” e rappresentano perfettamente l’estetica del balletto romantico. Vestite con leggeri tutù bianchi, simili a quelli delle silfidi, le Willis sembrano quasi galleggiare sul palcoscenico, creando immagini oniriche che enfatizzano la loro natura ultraterrena. Sono spiriti di fanciulle morte prima del matrimonio, abbandonate o tradite dai loro amanti, e durante la notte si vendicano sugli uomini facendoli danzare fino alla morte. Questo elemento sovrannaturale è tipico del Romanticismo, che amava esplorare i confini tra il mondo dei vivi e quello dei morti, tra il reale e l’immaginario.
La musica di Adolphe Adam e il personaggio di Giselle
Un altro elemento che ha contribuito al successo di “Giselle” è la musica di Adolphe Adam. La partitura è straordinariamente evocativa, con temi musicali che riflettono i vari stati d’animo dei personaggi e la drammaticità delle scene. La melodia associata a Giselle è delicata e malinconica, mentre quella delle Willis è inquietante e ipnotica. L’orchestrazione di Adam riesce a catturare sia la gioia e la leggerezza del primo atto sia la misteriosa bellezza del secondo atto, rendendo la musica una componente essenziale per la comprensione e l’apprezzamento dell’opera.
Il personaggio di Giselle è uno dei ruoli più impegnativi del repertorio classico, richiedendo non solo una tecnica impeccabile, ma anche una capacità interpretativa fuori dal comune. Nel primo atto, Giselle è una giovane innamorata, piena di vita e speranza, ma che si trova improvvisamente di fronte al tradimento e alla follia. L’iconica scena della pazzia richiede alla ballerina di passare dalla gioia alla disperazione in modo convincente e coinvolgente, mettendo in mostra sia la sua abilità drammatica che la sua tecnica. Nel secondo atto, Giselle diventa uno spirito, un’essenza eterea che protegge l’uomo che l’ha tradita, e qui la danza deve essere leggera, quasi sospesa, come se il personaggio non appartenesse più al mondo terreno.
Riallestimenti russi e versione sovietica
Dopo la sua prima a Parigi, “Giselle” venne messo in scena in tutta Europa e in America, riscuotendo un successo straordinario. Nel 1842, il balletto arrivò al Teatro Grande di San Pietroburgo, con la coreografia di Antoine Titus ed Elena Andreianova nel ruolo di Giselle. Questa prima rappresentazione in Russia segnò l’inizio di un lungo amore tra “Giselle” e il pubblico russo, che da allora ha sempre considerato questo balletto uno dei pilastri del proprio repertorio. Fu proprio in Russia che Marius Petipa, alla fine del XIX secolo, rivisitò e perfezionò la coreografia, aggiungendo nuovi passaggi tecnici e rielaborando alcune scene per adattarle ai gusti del pubblico dell’epoca e per esaltare al massimo le capacità dei ballerini russi.
Durante il periodo sovietico, “Giselle” conobbe ulteriori riallestimenti. Nel 1944, Leonid Lavrovski, uno dei più celebri coreografi del Teatro Bolshoi di Mosca, mise in scena una nuova versione del balletto che rimase in repertorio per molti decenni. La versione di Lavrovski si rifà in gran parte alla tradizione di Petipa, ma con alcune modifiche atte a enfatizzare gli aspetti drammatici della storia e a rendere più spettacolari le scene di massa. La sua interpretazione è considerata una delle più fedeli all’originale romantico, ma con l’aggiunta di una sensibilità tipicamente sovietica, che puntava a mettere in risalto il potere dell’amore e del sacrificio.
Interpretazioni iconiche e ballerine storiche
La grandezza di “Giselle” sta anche nella sua capacità di essere reinterpretato e di adattarsi ai tempi, pur mantenendo intatta la sua essenza romantica. Nel corso del XX secolo, molte delle più grandi ballerine hanno affrontato il ruolo di Giselle, ciascuna portando la propria sensibilità e il proprio stile al personaggio. Anna Pavlova, Tamara Karsavina, Galina Ulanova, Alicia Markova, Margot Fonteyn, Natalia Makarova e Carla Fracci sono solo alcune delle interpreti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia di questo balletto. Ognuna di loro ha portato sul palco una diversa sfaccettatura del personaggio, rendendo Giselle una figura sempre nuova e affascinante.
Anna Pavlova, con la sua leggerezza e la sua grazia, riusciva a rendere Giselle una creatura quasi ultraterrena, un essere sospeso tra due mondi. Galina Ulanova, invece, enfatizzava la dimensione tragica e umana del personaggio, mettendo in luce il dolore e la vulnerabilità di Giselle. Margot Fonteyn, con la sua perfetta tecnica e la sua capacità di trasmettere emozioni, ha saputo incarnare sia la gioia innocente del primo atto che la spiritualità del secondo. Carla Fracci, considerata una delle migliori Giselle del XX secolo, è stata capace di rendere il personaggio incredibilmente umano e vicino al pubblico, interpretando con straordinaria sensibilità sia la fragilità che la forza di Giselle.
Rivisitazioni Moderne e Mats Ek
Oltre alle interpretazioni classiche, “Giselle” è stato oggetto anche di rivisitazioni moderne. Nel 1982, Mats Ek, uno dei più noti coreografi contemporanei, presentò una versione radicalmente diversa di “Giselle”, in cui la storia veniva reinterpretata in chiave contemporanea. In questa versione, Giselle è una giovane donna che, tradita da Albrecht, impazzisce e viene rinchiusa in un manicomio. Le Willis non sono spiriti, ma infermiere che, con una ferrea disciplina, costringono gli uomini a danzare fino alla completa perdita del controllo, simboleggiando una forma di repressione sociale e mentale. Mats Ek ha mantenuto i temi centrali dell’amore e del tradimento, ma ha trasformato la storia in un commento sulla società moderna e sull’alienazione, rendendo il balletto estremamente potente e attuale.
Questa versione ha suscitato numerose reazioni, poiché ribalta completamente l’iconografia tradizionale di “Giselle”. I costumi, le scenografie e persino la musica sono stati rivisitati per adattarsi a questa nuova visione. Le ballerine non indossano più i classici tutù bianchi, ma abiti contemporanei che riflettono il disagio e la tensione della condizione umana. Nonostante le divergenze con la versione classica, l’interpretazione di Ek ha avuto un impatto significativo, dimostrando come “Giselle” possa essere ancora oggi una fonte di ispirazione e uno strumento di riflessione sulla condizione umana.
Nel corso degli anni, “Giselle” è stato riproposto e reinterpretato da molte altre compagnie di balletto in tutto il mondo, ciascuna con la propria sensibilità e visione artistica. Il Balletto di Stoccarda, il Royal Ballet, il Balletto dell’Opéra di Parigi, l’American Ballet Theatre e il Balletto Bolshoi hanno tutte presentato versioni uniche di questo classico, mantenendo viva la tradizione romantica ma aggiungendo elementi contemporanei per adattarsi ai gusti del pubblico odierno.
Alcuni coreografi hanno preferito concentrarsi sugli aspetti psicologici del personaggio di Giselle, esplorando più a fondo la sua fragilità e la sua trasformazione da giovane innocente a spirito tormentato. In altre rivisitazioni, il ruolo delle Willis è stato reinterpretato per rappresentare temi moderni come la libertà, la vendetta, e la condizione femminile. In questo modo, “Giselle” è diventato un balletto sempre nuovo, capace di risuonare con il pubblico di epoche diverse.
Una delle chiavi del successo e della longevità di “Giselle” è la sua versatilità. Pur essendo profondamente radicato nella tradizione romantica, il balletto si presta a diverse letture e interpretazioni. Il suo tema universale – l’amore tradito, la vendetta e il perdono – è qualcosa che può essere compreso e apprezzato da persone di ogni cultura e periodo storico. Questa capacità di parlare all’animo umano è ciò che ha reso “Giselle” uno dei balletti più amati e rappresentati di tutti i tempi.
Negli ultimi decenni, coreografi come Akram Khan hanno presentato versioni contemporanee che incorporano elementi di danza moderna e influenze culturali diverse. Akram Khan, in particolare, ha lavorato per creare una versione di “Giselle” che riflettesse le problematiche del mondo contemporaneo, come le disuguaglianze sociali e le tensioni culturali. Nella sua produzione, la storia di Giselle diventa una metafora per l’esclusione sociale e la lotta per la giustizia, con una coreografia che combina movimenti tradizionali del balletto classico con la fisicità della danza contemporanea.
Queste reinterpretazioni hanno contribuito a mantenere “Giselle” rilevante nel contesto del balletto contemporaneo, mostrando come un’opera creata nel XIX secolo possa ancora parlare al pubblico di oggi. Le versioni classiche e moderne di “Giselle” coesistono, ciascuna offrendo una prospettiva diversa sul personaggio e sulla storia, ma entrambe rimanendo fedeli all’essenza dell’opera: la ricerca dell’amore, la sofferenza per il tradimento, e la potenza del perdono.
Parte del fascino di “Giselle” sta anche nella sua qualità di “tabula rasa” su cui i coreografi possono proiettare le proprie visioni artistiche. Nonostante la struttura e i temi rimangano invariati, ogni produzione può enfatizzare aspetti diversi della storia. La versione di Mats Ek si concentra sulla perdita di controllo e sulla follia, mentre quella di Akram Khan esplora la dimensione sociale e politica della tragedia di Giselle. Altre versioni, invece, si concentrano sull’aspetto soprannaturale e romantico, mettendo in risalto la bellezza eterea delle Willis e la purezza dell’amore che trascende la morte.
La storia di “Giselle” è un ricco terreno fertile per l’esplorazione artistica, ed è per questo che continua ad affascinare sia gli artisti che il pubblico. Le sue molteplici interpretazioni offrono uno sguardo sull’evoluzione del balletto come forma d’arte, dalle radici romantiche alle sperimentazioni contemporanee. Ogni nuova produzione è un tassello che arricchisce il mosaico complesso e affascinante di “Giselle”, un’opera che, dopo quasi due secoli, continua a vivere e a trasformarsi, rimanendo un simbolo eterno della potenza e della bellezza della danza.
A cura di Alberto Soave
Fonti:
- Scheda gentilmente fornita dall’Associazione Culturale Intermusica