Rossini cards e La sacre du Pritemps in questi giorni a Palermo

In questi giorni al Massimo di Palermo è in scena la danza  con lo spettacolo “Rossini Cards” e “Le sacre du Printemps”. Due coreografie di grande impatto emotivo e visivo: la prima porta la firma di Mauro Bigonzetti e la seconda, “Le sacre du Printemps” è quella della versione del coreografo Edward Clug (poco conosciuto in Italia, ma con prestigiose collaborazioni internazionali e molti riconoscimenti, già direttore del Balletto di Maribor) e, sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo, la direttrice Gianna Fratta, applaudita e apprezzata molto alla prima per l’energia impressa all’esecuzione musicale e la sensibilità interpretativa.

La Sacre du Primtemps (foto di Rosellina Garbo)

“Rossini Cards”, creazione di Mauro Bigonzetti, esplora la musica di Rossini attraverso un linguaggio coreografico contemporaneo e dinamico. La creazione di Bigonzetti è astratta e non ha una storia, ma sono quadri di vite parallele, tessuti insieme attraverso la musica: immagini, icone drammatiche e situazioni “buffe”. Lo spettacolo che si apre con la “Canzone del salice”, tratta dall’Otello, prosegue con una dinamica e particolare scena dinanzi a una tavola imbandita intitolata i cui commensali sono i ballerini. I loro movimenti  sono per lo più limitati alla parte superiore del corpo. Si tratta di movimenti energici, dinamici, precisi ed incisivi. Il balletto si conclude con l’Ouverture tratta da “La gazza ladra” che vede la partecipazione di tutti i danzatori. Quello di Bigonzetti è un approccio ironico, umoristico ed estremamente creativo per la sua spassosa parafrasi dei movimenti della danza classica.

La sagra di Clug è un dichiarato tributo a Nijnskij e a Stravinskij, il coreografo romeno crea una “Sacre” energica e primigenia proprio rifacendosi alla versione audace di Diaghiliev a noi nota dopo la ricostruzione filologica che ne ha fatto il Joffrey Ballet nel 1988. Elemento determinante è l’acqua che irrompe all’improvviso dall’alto fino a formare un lago dove i danzatori scivolano, saltano, corrono. Simboleggia l’inizio della primavera, la promessa di nuova crescita, ma anche elemento purificatore e di morte. E di ritorno alla vita.

Giovanna Fratta con il Corpo di Ballo (foto di Rosellina Garbo)

In scena, ad alternarsi nelle repliche, i tersicorei del Corpo di ballo del Teatro Massimo. Nel ruolo dell’Eletta, la fanciulla offerta in sacrificio, si alternano Yuriko Nishihara e Francesca Bellone. In scena insieme a loro, li menzioniamo tutti: Emilio Barone, Annalisa Bardo, Alessandro Casà, Vincenzo Carpino, Alessandro Cascioli, Giuseppe Caracappa, Valentina Chiulli, Nicole Ciavarella, Francesco Curatolo, Flavio De Vargas, Carmen Diodato, Debora Di Giovanni, Lucia Ermetto, Daniela Filangeri, Simona Filippone, Romina Leone, Diego MillesimoSabrina Montanaro, Diego Mulone, Anna Maria Margozzi, Andrea Mocciardini, Michele Morelli, Martina Pasinotti, Martina Quintiliani, Chiara Sgnaolin, Filippo Terrinoni, Jessica Tranchina, Dennis Vizzini, Matteo Zorzoli.

Ad affiancarli nella prima coreografia un cast vocale formato da Federica Foresta (Clorinda), Marta Di Stefano (Tisbe), Michela Guarrera (Cenerentola), Simone Fenotti (Don Ramiro)Giuseppe Toia (Dandini), Mariano Orozco (Don Magnifico) e al pianoforte Elia Tagliavia.

Lo spettacolo sarà ancora in scena:

  • martedì 18 febbraio, ore 18:30 (Turno B);
  • mercoledì 19 febbraio, ore 18:30 (turno Danza);
  • giovedì 20 febbraio, ore 18:30 (Turno C);
  • venerdì 21 febbraio, ore 20:00, (Turno F);
  • sabato 22 febbraio, ore 20:00 (fuori abbonamento).

Francesca Camponero

[In alto: “Rossini Cards” (foto di Rosellina Garbo)]

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