Lo schiaccianoci di Nureyev apre con successo la Stagione di balletto alla Scala

Alice Mariani e Hugo Marchand (foto Brescia e Amisano, ©Teatro alla Scala)

Lo schiaccianoci è considerato insieme con Il lago dei cigni e La bella addormentata nel bosco uno dei balletti fondamentali dell’Ottocento e di tutti i tempi. Questi tre balletti musicati da Čajkovskij  stanno alla base del repertorio di ogni grande compagnia di danza che si rispetti. Tuttavia, tra essi, Lo schiaccianoci è sempre stato il più discusso e controverso. Molti i critici che fino a pochi decenni fa mostravano un atteggiamento di bonaria sopportazione verso quello che ritenevano uno spettacolo per bambini, un “polpettone” da propinare a Natale; ma in realtà Lo schiaccianoci ha una storia di grande spessore che va oltre la fiaba per bambini ed è stata proprio la versione di Nureyev a tirare fuori tutte le qualità del balletto, tutto quel calore famigliare forse mai conosciuto da Čajkovskij o forse perduto, facendo sfoggio della grande bellezza e significato che si porta dentro. Del resto tutte le volte che ha potuto Nureyev ha scalzato la destinazione infantile delle fiabe per trasformarle in un momento di meditazione dell’universo adulto. Il balletto, creato nel 1968 per il teatro Reale di Stoccarda, ha aperto la Stagione di balletto 24/25 al Teatro alla Scala mercoledì 18 dicembre con un ospite d’eccezione Hugo Marchand, danseur étoile del balletto dell’Opéra di Parigi dal 2017.

Alice Mariani, Hugo Marchand e il Corpo di Ballo (foto Brescia e Amisano, ©Teatro alla Scala)

Il gioco di sovrapposizioni e rimandi grazie ai quali il brutto schiaccianoci è anche il bel principe e il sinistro Drosselmeyer è ben tradotto dalla prestanza fisica del ballerino francese: il Drosselmeyer di Nureyev è un personaggio dalle infinite sfumature che lo propongono agli occhi di Clara. Lo stesso Marchand ha dichiarato che nella personalità del principe dello Schiaccianoci di Nureyev si ravvisa un duplice risvolto e una ricchezza che surclassa i personaggi maschili di altri balletti. Drosselmeyer/Principe è per Clara un punto di riferimento sia come figura terrorizzante che come maschio attraente da un punto di vista sessuale. Ed è proprio la sessualità che batte alle porte e terrorizza Clara nel suo passaggio da bambina ad adolescente. Una Clara qui interpretata da Alice Mariani, impeccabile nella tecnica, ma non tanto leggera per essere una bimba (meno male che Marchand è alto un metro e 92!). Ad ogni modo la coppia è piaciuta al pubblico, considerati gli applausi che hanno ricevuto entrambi dopo l’esecuzione del difficilissimo grand Pax de deux del secondo atto.

Podini, Corrado, Corpo di Ballo e Allievi (foto Brescia e Amisano, ©Teatro alla Scala)

Ma la bellezza e il pregio di questo balletto sta soprattutto nelle coreografie corali: nei disegni coreografici studiati per tutti quei bambini voluti in scena da Nureyev, pretesto di  una meravigliosa scorribanda nel fantastico; nella bellissima danza dei fiocchi di neve che disegna geometrie a forma di cristallo, e nel superbo Valzer dei fiori. Bravissimi gli allievi della Accademia della Scala guidata da Frederic Olivieri e ottimo il corpo di ballo guidato da Manuel Legris. Nel secondo atto, momento celebrativo dell’evasione di Clara nell’irreale, un sogno accompagnato da una musica felice, nella quale Čajkovskij sbriglia l’orchestra in un crescendo di suadenti finezze timbriche, si apprezzano i solisti e primi ballerini impegnati nelle danze di carattere: da Linda Giubelli e Mattia Semperboni nella danza spagnola, ad Antonella Albano con Marco Agostino nella danza araba, ed ancora Vittoria Valerio, Agnese di Clemente e Nicola Del Freo nella pastorale.

Ottima la direzione d’orchestra ad opera del moscovita Valery Ovsyanikov che restituisce l’armoniosa grazia che pervade l’intera partitura, evidenziando i suoi lati magici e sfuggenti e sembra anche assecondare la nostalgia di Rudy.

Spettacolo da non perdere con repliche fino al 12 gennaio.

Francesca Camponero

[In copertina: Il Corpo di Ballo (foto Brescia e Amisano, ©Teatro alla Scala)]

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