Benvenuto alle recensioni che ci arrivano dagli studenti del Liceo Gobetti di Genova
Quando la direttrice del Liceo coreutico Piero Gobetti di Genova, Prof.ssa Chiara Saracco, mi ha chiesto di tenere un seminario su come si esegue una recensione di danza è stato come invitarmi a nozze. Dopo anni di lavoro nel proprio settore è assolutamente importante e gratificante riuscire a passare il testimone ai giovani, cercando di far loro dono di quello che si è sperimentato e imparato nei lunghi anni di carriera. Per questo sono stata ben felice di accogliere la proposta del Gobetti. Purtroppo, come sappiamo tutti, il seminario non si può tenere in presenza, pertanto, per far sì che i ragazzi avessero almeno qualche minima direttiva su come formulare una recensione, ho inviato loro un video. Gli spettacoli che ho fatto prendere in esame agli studenti sono Annonciation di Angelin Preljocaj nella prima esecuzione del 1995 e il II Atto da Il lago dei Cigni nella produzione scaligera del 2004. Delle 13 recensioni che mi sono pervenute dalla 3a A dell’Istituto ne ho scelte quattro che indubbiamente dimostrano una certa attitudine da parte di queste studentesse sia all’osservazione che alla scrittura. Con la redazione di InformaDanza abbiamo deciso di pubblicare questi lavori in modo la cosa possa essere di stimolo per i ragazzi a continuare e cimentarsi nello splendido mestiere che è quello del «critico».
Francesca Camponero
Recensioni su Annonciation di Angelin Preljocaj (1995):
Recensione di Vera Cividino
Annonciation è un passo a due del 1995, del coreografo francese di origine albanese Angelin Preljocaj. La durata in totale è di 25 minuti ed il brano è diviso in due parti. Questo spettacolo tratta dell’apparizione dell’arcangelo Gabriele a Maria Vergine. Il suo scopo tuttavia non è quello di raccontare questo evento in maniera tradizionale, ma bensì di stravolgerlo, infatti mostra al pubblico una versione completamente diversa rispetto a quella d’origine, dove troviamo l’arcangelo come una figura energica e dominante, in contrapposizione a Maria, che dà l’idea di essere un personaggio delicato e timoroso. Questo spettacolo indaga sulle incertezze e i turbamenti che Maria affronta durante questo incontro, dove l’Arcangelo irrompe nel suo privato, usando gesti energici e dinamici, i movimenti sono ricchi di eleganza ed espressività, e questo riesce a rendere il tutto estremamente coinvolgente. Le danzatrici interpretano in maniera eccellente i propri ruoli, facendo passare i messaggi e le emozioni che questo balletto vuole comunicare, con grande espressività. La scelta musicale riesce a trasmettere a pieno questa contrapposizione tra i due elementi, e rende il tutto molto scorrevole, donando anche una nota di inquietudine che attira ancora di più lo spettatore.
Recensione di Bianca Danovaro
Annonciation si può ritenere uno degli apici professionali dell’opera creativa del coreografo francese, di origine albanese, Angelin Preljocaj che in questa esibizione riesce per la prima volta a rappresentare in danza una delle immagini evangeliche più utilizzate nella storia dell’arte: l’annunciazione della Beata Vergine Maria da parte dell’Arcangelo Gabriele. Si tratta di un duetto femminile ricco di umanità dove le due interpreti attraverso la carnalità dei loro movimenti stilizzati raccontano la vicenda: Maria è caratterizzata da gesti veloci e confusi atti a rappresentare lo sconvolgimento, i dubbi e le incertezze. Al contrario l’arcangelo è solenne e dinamico dimostrando col suo atteggiamento la superiorità morale e fisica sull’essere umano.
Ciò traspare soprattutto attraverso la coreografia poetica attuata da Preljocaj, il quale gestisce la scena in un quadrato rosso circondato dall’oscurità dalla quale emerge l’angelo che etereo cammina sull’acqua. L’autore predilige una scenografia spoglia composta unicamente dallo spazio rosso e una panca scura sulla quale Maria si appoggia.
Il lavoro scenografico è indubbiamente maestoso con un grande uso dell’illuminazione e dei giochi visivi oltre che a maestrie tecniche quali la sabbia che ad un certo punto dell’interpretazione invade lo spazio scenico con grazia, come se sospinta da un vento benevolo.
Il comparto sonoro è impeccabile con un repertorio musicale che spazia dalla partitura elettronica del canadese Stéphane Roy alla Magnificat di Antonio Vivaldi, con entrambi che si sovrappongono per tutta la durata dell’interpretazione.
Recensione di- Sara Ricci
Angelin Preljocaj è un coreografo francese di origini albanesi, crea questo balletto nel 1995, su musiche di Stephane Roy e Vivaldi. Porta nella danza un tema che prima era stato affrontato quasi solo ed unicamente nell’arte. Con questa coreografia ha inoltre vinto un Bessie Award (l’Oscar della danza). La scena si apre con Maria, in un cortile con in sottofondo voci di bambini. Maria sembra tranquilla ed esegue movimenti naturali, fino a che l’atmosfera cambia ed un velo di preoccupazione le si posa in viso. I movimenti della danzatrice a questo punto diventano più inquieti, in quanto percepisce la presenza dell’angelo, ma senza vederlo. L’angelo decide così di addormentare la donna e, una volta avuta questa rivelazione finalmente Maria riesce a vederlo. Durante lo spettacolo le due danzatrici si cimentano in un passo a due sulla sabbia, tracciando cerchi attraverso il movimento dei piedi, successivamente Maria eseguirà i suoi ultimi movimenti in una vasca d’acqua.
L’angelo è in questo caso interpretato da una donna, in quanto gli angeli non hanno sesso oppure fanno parte di entrambi. Le due danzatrici si esibiscono insieme fino al fatidico concepimento.
ll coreografo lavora su una tematica mai affrontata dalla danza e la esprime con estrema abilità attraverso le danzatrici che incarnano perfettamente l’idea dell’Annunciazione, in quanto Maria ha il viso dolce e naturale di una donna incredibilmente pura e l’arcangelo ha un aspetto vagamente androgino. L’ambientazione dello spettacolo è situata in una sorta di cortile, un luogo chiuso caro alla Vergine, che viene successivamente turbato dall’arrivo di Gabriele. La scenografia è da apprezzare particolarmente, pur essendo semplice bisogna considerare il fatto che allestire un pavimento ricoperto di sabbia e acqua in un teatro non è facile.
L’opinione in questo caso è positiva, il balletto è emozionante e strutturato in modo tale che il pubblico non stacchi mai gli occhi dalle danzatrici, coinvolgente in ogni suo aspetto ed esplicativo per quanto riguarda ciò che volevo rappresentare.
Recensione su Il lago dei cigni – Atto II – Teatro alla Scala di Milano (2004)
Recensione di Sara Cavanna
Il Lago dei Cigni mette in scena la storia d’amore più nota del balletto classico del XIX secolo sotto la musica di Cajkovskij; il balletto viene diviso in quattro atti. Narra la storia d’amore tra il principe Sigfried e la principessa cigno Odette; la principessa vive sotto l’incantesimo di uno stregone, trascorre le giornate nella forma di un cigno bianco mentre nelle notti prende la forma umana. La maledizione può essere sconfitta solo dall’amore ma purtroppo il principe Sigfried che se ne innamora viene ingannato e gli viene presentata la figlia del malvagio stregone che assume le sembianze di Odette e quando egli scopre l’inganno, ormai è troppo tardi.
L’atto secondo, preso in esame, venne messo in scena al teatro degli Arcimboldi di Milano nel 2004 rappresentato da Roberto Bolle (Sigfried) e Svetlana Zakharova (Odette/Odile) sotto la coreografia di Vladmir Burmeister e Lev Ivanov e sotto direzione di James Tuggle; con questa nuova versione il coreografo vuole rendere più comprensibile la trama del balletto infatti già nel primo atto inserisce un prologo. I due ballerini riescono attraverso la pantomima con espressioni gestualità e movimento a narrare in modo silenzioso ciò che accade e le emozioni che stanno vivendo in quel preciso momento; Roberto Bolle in questa rappresentazione mostra le proprie capacità di coppia e con eleganza e senza sforzo supporta altruisticamente la propria ballerina mentre Svetlana Zakharova rappresenta un bellissimo cigno con un corpo armonioso, morbido ed elegante, attraverso la mimica e la gestualità fa capire al pubblico che è la regina dei cigni, che un essere malvagio la sta minacciando, che ha paura e che è vittima di un incantesimo. La parte più intensa è sicuramente l’incontro tra Sigfried e Odette dove si può vedere la profondità del sentimento del principe; il movimento e l’eleganza del cigno ci fanno capire come in quel momento lei sia combattuta fra Sigfried, la salvezza e il richiamo del malvagio; mentre si allontana cade una piuma che indica a breve la trasformazione da principessa a cigno, un momento molto profondo dove i due ballerini riescono ad esprimersi al meglio.
In questa parte di balletto possiamo notare che la ballerina russa ha raggiunto la perfezione dando forti emozioni con una tecnica ed eleganza assoluta, la sua movenza è studiata in ogni minimo particolare dalla punta delle dita delle mani fino ad arrivare alle punte dei piedi, accanto a lei troviamo Roberto Bolle che rappresenta il principe Sigfried artisticamente con grande qualità, leggerezza nei movimenti ma nello stesso tempo una grande energia. Un ruolo importante è dato anche dai bei costumi e dalle scenografie particolari che hanno reso la scena più realistica.
[Nella foto in alto Annonciation di Angelin Preljocaj]