La Coppel.i.a di Maillot cyborg ribelle verso la libertà
Prima di presentare la sua nuova creazione, Jean-Christophe Maillot, direttore artistico dei Balletti di Monte-Carlo, aveva affermato: “Coppélia non ha perso nulla del suo fascino nel mio balletto” e chi ha assistito al suo spettacolo, la cui premiere è stata venerdì 27 dicembre al Grimaldi Forum di Montecarlo, non può che dargli ragione, asserendo anche che di fascino ne ha acquisito ancor di più.
Il balletto, dal tipico stile del coreografo francese, è senza dubbio uno dei suoi lavori meglio riusciti. La storia, presa dal racconto di Hoffmann, Der Sandmann, è fedele al racconto complesso che affronta innanzitutto il tema dell’ambiguità indagando sull’immaginario dell’automa. Hoffmann rende il Sandmann, l’uomo della sabbia, un personaggio negativo ed inquietante, e così lo presenta anche Maillot quando lo fa apparire per primo in uno scenario grigio e freddo che sembra un paesaggio lunare, nel quale si aggira furtivo prima di tirare fuori la sua ultima creatura, la bella e affascinante Coppel.i.a (così la denomina il nuovo balletto). Appare subito chiaro quando la bambola entra in scena che la ragazza con gli occhi smaltati del balletto originale immaginato dal coreografo Arthur Saint-Léon qui diventa una creatura nata dall’intelligenza artificiale. Nessun fronzolo da bambola ottocentesca, nessun manierismo nei movimenti, ma quello che viene offerto al pubblico è piuttosto un cyborg il cui confine con l’essere umano è sempre più sfumato.
Il Dott. Coppelius stesso è affascinato dalla sua creatura per la quale indubbiamente nutre una passione vera e propria. Lei è la cosa più bella e grandiosa che è riuscito a creare, e ne è geloso. Per questo, quando si affaccia la possibilità di un amore tra l’automa e il giovane Frantz, fa di tutto per ostacolarlo. E naturalmente non è l’unico, un’altra è Swanilda, la fidanzata del giovane, che avendo capito prima di lui che Coppe.li.a altro non è che un inganno vuole dimostrarlo all’uomo che ama per riportarlo a sè.
Maillot gioca con tutti questi sentimenti con grande consapevolezza e abilità, usando la bravura dei sui ballerini, sempre così versatili da un punto di vista tecnico ed espressivo, per raccontare di più di quanto ci hanno raccontato tutte le precedenti versioni del balletto Coppelia.
Il suo lavoro è ricco di possibilità e si addentra nei meandri dell’animo umano per tirare fuori attraverso movimenti di danza e mimica esasperata il significato triste di chi vorrebbe essere quello che non è e non potrà mai essere( su questo si avvicina molto più al testo di Mary Shelley, Frankenstein). Indubbiamente si è molto lontani dall’adorabile spettacolo familiare, e con questo lavoro il coreografo francese ci porta più vicino a un’opera matura, quasi femminista.
La splendida scenografia di Aimée Moreni evoca un universo retrofuturista degno di Fritz Lang dentro il quale spazia la coreografia ricca, fluida e potente come solo Maillot sa fare. Tra tutti i componenti della Compagnia monegasca spicca senza dubbio Lou Beyne, straordinaria interprete di Coppel.i.a la cui gestualità riporta davvero a quella di un robot… con l’anima. Freschi e brillanti i passi a due tra Swanilda (Anna Blackwell) e Frantz (Simone Tribuna), che contrastano con quelli ambigui e seducenti fra la “cosa” e il suo creatore. Qui il desiderio è al limite, fino al rifiuto della sottomissione. Coppel-i.a non potendo avere l’uomo che ama,finisce infatti per rompere i suoi legami con chi l’ha costruita (Matej Urban, perfetto), accecandolo e poi uccidendolo per fuggire lontano e prendere vita per inventare un altro futuro.
Tanti gli applausi alla fine dello spettacolo, compresi quelli della principessa Caroline di Hannover, presente a Monaco per la premiere, che ha accolto con entusiasmo questa versione contemporanea di un altro balletto di repertorio classico. Senza dubbio con questa Coppel.i.a Maillot raggiunge a pieno merito un altro successo internazionale dopo “La Belle“, “Le Lac” e “La Mégère apprivoisée“.
Lo spettacolo sarà al Grimaldi Forum di Montecarlo fino al 5 gennaio 2020.
Francesca Camponero