29 aprile, giornata della danza, ma…
Il 29 aprile festeggia la Giornata Internazionale della Danza promossa dall’International Dance Council dell’UNESCO. Una giornata di festa che accomuna tutti i paesi del mondo.
La commemorazione è stata istituita nel 1982 per commemorare la nascita di Jean-Georges Noverre (1727-1810), che fu il più grande coreografo della sua epoca, il creatore del balletto moderno. Celebrare la danza significa esaltare tutte le sue discipline, in tutte le loro forme d’espressione. Ogni anno, in questa data, un “Messaggio al mondo della Danza“, scritto da una personalità di fama mondiale, viene diffuso in tutto il mondo (v. nel box a destra, NdR). Gli obiettivi della giornata mondiale della danza e del suo messaggio, sono di riunire in quel giorno, tutto il mondo della danza, per rendere omaggio a questa forma d’Arte, celebrare la sua universalità, che attraversa tutte le barriere politiche, culturali ed etniche, e riunisce sotto un comune linguaggio non verbale, l’intera umanità, attraverso una comunicazione di pace e fraternità.
Per la celebrazione della Giornata Internazionale della Danza, dal 1993, il comitato dell’Unesco, sceglie come unico partner ufficiale, World Dance Alliance, per promuovere l’unità dell’Arte coreutica nel mondo.
Tante le manifestazioni che si effettuano nel nostro paese per quest’occasione e per carità va tutto bene per celebrare questa forma d’arte mravigliosa, ma va ricordata che questa è la situazione italiana: Trieste, Firenze, Verona, solo gli ultimi tre CORPI DI BALLO chiusi di 14 fondazioni lirico sinfoniche; i quattro, SOLO QUATTRO, rimasti aperti: PALERMO, NAPOLI, ROMA E MILANO principalmente precari (tranne Milano) perché non sostenuti da una programmazione annuale.
Noi non smetteremo di chiedere ai governanti in carica, nel caso a Luigi Di Maio e Alberto Bonissoli, di salvare quest’arte, i nostri teatri tutti, la nostra cultura. Cultura che la politica degli ultimi vent’anni sta radendo al suolo. Abbiamo bisogno di appartenenza, di condivisione reale non virtuale, di unione e non separatismo, abbiamo un disperato bisogno di CULTURA. Un giorno senza danza è un giorno perso.
Come detto da un grande artista Julio Bocca, Principal Dancer argentino: ”La Danza è disciplina, lavoro, insegnamento, comunicazione. Con essa risparmiamo parole, che magari altri non capirebbero, e stabiliamo invece un linguaggio universale, familiare a tutti. Ci dà piacere, ci rende liberi e ci conforta, dall’impossibilità che noi umani abbiamo di volare come uccelli, ci fa avvicinare al cielo, al sacro, all’infinito. È un’Arte sublime, ogni volta diversa, simile al fare l’amore, che alla fine di ogni performance, lascia il nostro cuore battere forte, sperando nella prossima volta “.
Non lasciamo che tutto ciò degradi o vada pian piano scomparendo.
Francesca Camponero