Butterfly – Colori proibiti di Artemis in prima assoluta al Verdi di Pisa
Butterfly – Colori proibiti
29 marzo 2019
Teatro Verdi di Pisa
Coreografia, regia, luci e costumi Monica Casadei
Musiche Giacomo Puccini
Musiche originali Luca Vianini
Scene Delio Gennai
Drammaturgia musicale, montaggio video, assistente alla regia Davide Tagliavini
Produzione Compagnia Artemis Danza
Si ringrazia Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Fondazione Teatro Verdi di Pisa, Comune di Cortona, Teatro Signorelli, Festival La Sfera Danza, Fondazione Nazionale della Danza
Sarà presentata venerdì 29 marzo in prima assoluta al Teatro Verdi di Pisa Butterfly – colori proibiti la nuova creazione firmata Artemis Danza/Monica Casadei, pensata come omaggio alla celebre opera di Giacomo Puccini. Lo spettacolo prosegue il pluriennale progetto Corpi(n)azione_opera, che indaga i personaggi, i temi cardine e gli archetipi dell’opera lirica in chiave coreografica contemporanea, ma dopo aver affrontato l’ironia (Il Barbiere di Siviglia, 2018) e la follia (Donizetti® into a rave, 2017), con Butterfly Monica Casadei torna ad accostarsi a una vicenda femminile tanto tragica quanto eroica, ricollegandosi alle figure di Traviata, Tosca X, Carmen K.
La figura di Butterfly, al contempo eterea e lacerata, è protagonista di una pièce che ne mette in scena i sentimenti feriti, il dramma interiore, la solitudine, raccontandone l’attesa e la fine, tragica e ineluttabile. Attraversato dal sentimento della dolcezza e del coraggio, lo spettacolo è sostenuto da un’energa a tratti implosiva e a tratti esplosiva che si riverbera tra il piano coreografico e quello sonoro. La drammaturga musicale alterna i brani originali di Puccini, scelti tra le arie cantate da Cio-Cio-San, e le atmosfere apocalittiche, evocative di antichi rituali, create dal compositore Luca Vianini. Lo spazio scenico è diviso tra una Butterfly sospesa, collocata in uno spazio-tempo astratto e puro, interpretata dalla danzatrice in sospensione Elena Annovi, e un palcoscenico animato da dodici danzatori che di Butterfly rappresentano le viscere, il grido di dolore, la presa di coraggio fino al gesto estremo dell’Harakiri. Dal punto di vista coreografico, a brani veloci, scattanti, impetuosi, che richiamano il flusso di coscienza e la reazione impulsiva agli eventi, si contrappone l’attesa infinita e vibrante, malinconica e silenziosa, della Butterfly sospesa tra leggerezza, sogno, e malinconia. Questa purezza librata in aria è evocata anche alll’installazione originale dall’artista pisano Delio Gennai, autore di delicate scritture di carta che caratterizano la scena.
“Nell’immaginare la mia Butterfly, sola con sé stessa e le sue emozioni nei terribili anni di attesa” racconta Monica Casadei “mi sono chiesta, cosa succede a livello fisico, emotivo, pulsionale e psichico a un’adolescente che decide di morire perché la vita non ha più senso? Come possiamo immaginare questo mondo interiore, spesso invisibile all’apparenza e invece così rumoroso, devastante, all’interno? Che suono ha questo rumore di viscere, di intestino, di fiati mozzati, di respiri lunghissimi? L’energia che domina tutta la piace è insieme dolce e silenziosa, e provocatoria-rivoluzionaria. Il sentimento è quello del coraggio, della potenza che non si arrende mai neanche di fronte all’evidenza. Nessuna resa in Butterfly, solo una dolorosissima lacerazione, una morte dolce e straziante nell’anima insieme a una morte fisica onorevole. Butterfly dice “D’onore muore chi non può serbare vita con onore!” L’onore è una parola antica, che lei pronuncia trasformandosi da meravigliata e stupita adolescente a donna matura, consapevole, che si uccide nell’unico modo coraggioso e fiero: con il rituale del Seppuku, rivelandosi una donna samurai. Un atto di fedeltà ai valori profondi, esattamente come, molto più di recente, fece Yukio Mishima, autore di Colori Proibiti, che scelse l’harakiri per togliersi la vita proprio di fronte al Ministro della difesa giapponese e di fronte alle telecamere, rivendicando l’antica cultura giapponese. Cultura e valori ai quali sono profondamente legata e che fanno parte del mio quotidiano insegnamento: coscienza, consapevolezza, efficacia, forza interiore, lealtà, coraggio, affidabilità, rigore e umiltà. Tutto questo vive anche nella mia Butterfly, nella quale l’eroina è poesia, incanto, purezza, fedeltà”.