Musica e danza: botta e risposta fra scuole al di qua e al di là delle Alpi
Abbiamo già scritto tempo fa del gemellaggio internazionale tra il Liceo Artistico Coreutico Musicale “Boccioni-Palizzi” di Napoli ed il parigrado francese Lycée “Charles Baudelaire” di Cran-Gevrier dell’Haute-Savoie. Una sinergia di idee e rappresentazioni che ha visto le ragazze ed i ragazzi impegnati tutti in scena lo scorso 22 dicembre nell’Aula Magna della sede “Palizzi” del Liceo “Boccioni-Palizzi” con un programma mozzafiato dedicato alla storica tradizione canora e musicale partenopea.
Sta proprio qui l’evento nell’evento, con uno stuolo di giovanissimi artisti concentrati all’unisono dal di là ed al di qua delle Alpi, a vibrare le corde dell’immaginifico spartito napoletano, inscenato ed interpretato con gli strumenti dal vivo ed un corpo di ballo per l’allestimento di tarantelle secolari con i baldi giovani diretti da Annamaria Di Maio e Susanna Serafini. Coreografe per l’occasione dirette dalla bacchetta di Giuseppe Lattanzi, preside e direttore d’orchestra del Liceo “Boccioni-Palizzi” nonché padrone di casa di una festa attesa da mesi in città. Soprattutto perché inserita a pieno titolo nelle iniziative artistiche e culturali di primo piano con una seconda tappa Oltralpe nella prossima primavera, dove docenti ed allievi del liceo sono stati invitati a loro volta in Francia per ricambiare l’ospitalità dello scorso dicembre.
Ma spulciando il programma dello scorso 22 dicembre abbiamo scoperto un andirivieni tra i secoli scorsi del repertorio musicale e canoro napoletano, con il Lycée “Charles Baudelaire” impegnato nelle rappresentazioni del rondeau “Plaisant regard” tratto da un anonimo manoscritto cipriota con arrangiamento della classe sul tema “jazz et orient” e “Jovano, Jovanke”, tratto dalla tradizione macedone, con arrangemento di Gothard e della classe. E poi ancora con “Ma liberté” di Georges Moustaki, con brani tratti dal poema del 1942 “Liberté” di Paul Eluard con arrangiamento della classe nella cornice “Interprétation et arrangement”. Per poi entrare nel vivo del gemellaggio internazionale con le suggestive note de “A Tazza e Caffè”, “A serenata a Pullecenella” e “Madonna tu mi fai lo scorrucciato”.
Proprio come nelle corde delle allieve e degli allievi di Giuseppe Lattanzi, preside ormai dai sei anni del migliaio di giovani artisti divisi tra le sedi di Fuorigrotta e Piazzetta Demetrio Salazar a contendersi il futuro nel loro ed altrui mondo dell’arte. Che evidentemente li aspetta a braccia aperte stando a vedere i risultati conseguiti da quando tre anni fa sono stati istituiti gli indirizzi musicale e coreutico dello storico Liceo Artistico napoletano.
Con un programma che torna indietro nel tempo, fino al Seicento con un’anonima Tarantella del Seicento seguita dalla penna di Salvatore Di Giacomo ed Enrico De Leva con “‘E Spingole frangese”, per passare al repertorio di Raffaele Sacco e Francesco Campanella con la celebre “Te voglio bene assaje” ed ancora con i due anonimi autori di “Michelemmà” e del “Canto delle lavandaie del Vomero”. Infine Raffaele Calace con l’altra Tarantella op. 18 e Gaetano Donizetti con “Me voglio fa ‘na casa”.
Senza dimenticare il fiore all’occhiello delle coreografie rappresentate dagli otto ballerini dell’indirizzo coreutico, seguiti per l’occasione dalle docenti e coreografe Annamaria Di Maio e Susanna Serafini, con tarantelle appassionate e spensierate come nelle corde della tradizione napoletana e degli stessi interpreti di questo 22 dicembre davvero internazionale. Esattamente come lo aveva immaginato in tempi non sospetti il dirigente scolastico Giuseppe Lattanzi, preside con la bacchetta a dirigere la sua scuola come una vera e propria orchestra. Non sono passate inosservate le sue lezioni di musica d’insieme né i suoi interventi fianco a fianco con gli allievi-musicisti in occasione delle rappresentazioni qua e là per la città. Con l’ultimissima chicca voluta dalla Città Metropolitana di Napoli per i licei musicali e coreutici con la realizzazione di un tavolo tecnico creato ad hoc per il futuro dei giovanissimi artisti affinché dai banchi saltino subito sui palcoscenici della città e del mondo dell’arte.
Massimiliano Craus