Uto Ughi e Bruno Canino tornano insieme a Genova
La grande importanza dell’evento e l’attenione sempre maggiore che stiamo riservando a tutte le arti performative ci spingono a inaugurare, dopo quella dell’opera e quella del teatro, anche una rubrica relativa alla concertistica. In fin dei conti, sempre di teatro e di scena si tratta.
Dopo quattro anni di assenza il grande violinista italiano Uto Ughi torna a Genova lunedì prossimo, 4 dicembre al Teatro Carlo Felice alle ore 21,00 dove insieme all’amico Bruno Canino terrà il settimo concerto della Stagione GOG 2017 – 2018. Il concerto prevede un bellissimo programma: la Ciaccona in sol minore di Vivaldi, la Sonata in do minore op. 30 n. 2 di Beethoven, il Rondò Capriccioso in la minore op. 28 di Saint-Saëns e la Terza Sonata in re minore op. 108 di Brahms.
Uto Ughi non ha bisogno di molte presentazioni, ma qualcosa di lui vogliamo ricordarlo. Fu un talento straordinario fin dalla prima infanzia e quand’era solo dodicenne la critica scriveva già: «Uto Ughi deve considerarsi un concertista artisticamente e tecnicamente maturo». Da allora la sua carriera non ha conosciuto soste. Ha suonato infatti in tutto il mondo, nei principali Festival con le più rinomate orchestre sinfoniche sotto la direzione di maestri quali Bychkov, Celibidache, Chung, Gatti, Gergiev, Giulini, Lu Jia, Inbal, Maazel, Masur, Mehta, Nagano, Penderecki, Prêtre, Sawallisch, Spivakov e Temirkanov. Per altro il grande violinista non limita i suoi interessi alla sola musica, ma è in prima linea nella vita sociale del Paese e il suo impegno è volto soprattutto alla salvaguardia del patrimonio artistico nazionale. Nel 2013 ha pubblicato anche un libro “Quel Diavolo di un Trillo – note della mia vita”, edito da Einaudi, in cui racconta la storia di una vita incredibile, interamente dedicata alla musica. Uto Ughi suona con un violino Guarneri del Gesù del 1744 e con uno Stradivari del 1701 denominato “Kreutzer” perché appartenuto all’omonimo violinista a cui Beethoven aveva dedicato la famosa Sonata.
Il pianista Bruno Canino, dopo essersi distinto nei concorsi internazionali di Bolzano (“Ferruccio Busoni”) e di Darmstadt alla fine degli anni Cinquanta, ha iniziato una lunga carriera di concertista e camerista in tutto il mondo, durante la quale ha collaborato con artisti come Cathy Berberian, Severino Gazzelloni, Itzhak Perlman, Salvatore Accardo, Uto Ughi, András Schiff e Viktoria Mullova, (con la quale ha vinto il Premio Edison nel 1980), David Garrett, Franco Mezzena. Ha suonato per numerosi anni in duo pianistico con Antonio Ballista e nel Trio di Milano (con Mariana Sirbu e Rocco Filippini). Si è soffermato con particolare assiduità sul repertorio moderno e contemporaneo, collaborando anche con giovani strumentisti. Attualmente è docente di musica da camera con pianoforte presso la Scuola di musica di Fiesole e la Escuela Reina Sofia di Madrid. Ha esercitato inoltre l’attività di direttore artistico presso alcuni enti come la Giovine Orchestra Genovese e nel 1999-2002 è stato direttore musicale della Biennale di Venezia. Lo ricordiamo anche nel 2012 accanto a Luigi Maio ne “Un Peer Gynt da camera”, dramma fiabesco del Musicattore genovese, liberamente ispirato al poema del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen, per il quale il musicista Evdard Grieg scrisse le musiche.
Francesca Camponero