Addio a Dmitri Hvorostovsky, voce potente e soave

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Dmitri Hvorostovsky

Oggi il mondo della lirica ha perso un grande interprete, Dmitri Hvorostovsky. Il baritono russo lottava da due anni e mezzo contro un tumore al cervello e dalle parole della famiglia si è saputo che è morto serenamente stamattina nella sua casa nei dintorni di Londra, circondato dall’affetto dei suoi.

Ammetto di aver avuto una particolare prediliezione verso questo baritono straordinario che avevo scoperto per caso ascoltando le opere del compositore russo Georgij Sviridov di cui Hvorostovsky era considerato il migliore interprete

Hvorostovsky, era dotato di una voce eccezionale, unica, e recentemente, solo l’inverno scorso era stato molto apprezzato alla Royal Opera House a Londra nell’esecuzione di Onegin di Čajkovskij, un suo cavallo di battaglia. In quella performace il baritono ha dato il meglio di sè cantando nella sua lingua, in un ruolo che conosceva bene e gli si addiceva moltissimo. La sua voce potente e morbida era un dono prezioso per quell’uomo anche di bellissimo aspetto, ed il suo Onegin  appariva come un dandy perfetto, maturo, cinico, disincantato, estremamente carismatico e affascinante. Non stupiva affatto che Tat’jana si innamorasse di lui.

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Dmitri Hvorostovsky con la famiglia

“Possa il calore della sua voce e del suo spirito essere sempre con noi” hanno scritto i suoi familiari sulla sua pagina Facebook, ma al di là dei social network, noi vogliamo ricordare il valore di quest’artista dalla voce splendida e soave che ha affascinato il mondo della lirica dal suo debutto in Occidente, all’Opéra di Nizza nella Dama di Picche. In seguito a questo successo Hvorostovsky ha poi trovato regolari impegni nei maggiori teatri d’opera del mondo. In Italia, ricordiamo il suo memorabile debutto nel 1991 nell’Evgenij Onegin di Ciaikovskij al Teatro La Fenice di Venezia. Non mancano nel suo curriculum numerosi concerti con la New York Philharmonic e la Filarmonica di Rotterdam, e con famosi direttori tra cui James Levine, Claudio Abbado, Lorin Maazel, Yuri Temirkanov e Valery Gergiev.

Per il Teatro alla Scala debutta nel 1992 con un recital, nel 1993 è Silvio nella prima rappresentazione di Pagliacci con Juan Pons diretto da Riccardo Muti e nel 2005 è Il principe Eleckij nella prima di La dama di picche nel Teatro degli Arcimboldi.

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Dmitri Hvorostovsky e Florence Illi

Il repertorio di Hvorostovsky oltre al repertorio operistico di Pyotr Tchaikovsky comprendeva titoli e ruoli principali in Rigoletto, La Traviata, Simon Boccanegra e Otello di Giuseppe Verdi, La Favorite e L’elisir d’amor di Gaetano Donizetti, Le nozze di Figaro e Don Juan di Wolfgang Amadeus Mozart, Il demone di Anton Rubinstein, La sposa dello zar di Nikolai Rimsky-Korsakov, Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, Faust di Charles Gounod, Rural Honor di Pietro Mascagni, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e altri.

Il baritono russo presenta un’ampia discografia che spazia dai dischi della Philips Classics a quelli della Delos Records. E’ stato sposato due volte e la prima moglie era la ballerina Svetlana Ivanova, morta anche lei prematuramente nel 2015. La seconda moglie è la cantante italiana Florence Illi.

Il nome di Hvorostovsky fu dato all’asteroide della cintura principale N. 7995, per noi resta e resterà sempre una stella che brillerà in eterno.

Francesca Camponero

3 pensieri riguardo “Addio a Dmitri Hvorostovsky, voce potente e soave

  • 15 Ottobre 2019 in 21:59
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    Una perdita enorme, un artista insostituibile, fra i più grandi nel panorama lirico internazionale. Una vita prematuramente finita, quando ancora a lungo avrebbe potuto essere una gioia per la sua famiglia come pure una letizia per tutto il suo affezionato pubblico. quale ingiustizia della sorte!…

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  • 8 Novembre 2024 in 13:11
    Permalink

    Ascolto tuttora, sempre con rinnovato piacere, la voce di questo grandissimo, insuperabile artista che, ha allietato miei momenti di tristezza. Dimitri resterà, come anche altri, indimenticabile perché è stato un personaggio che ha contribuito a rendere più sublime l’Arte.

    Risposta

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