Valeria Galluccio protagonista a “Positano premia la Danza”

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Ritratto di Valeria Galluccio

Il 9 settembre scorso minacciava pioggia a Positano e sull’intera Costiera amalfitana. Nonostante le rassicurazioni meteo di alcuni addetti ai lavori e, soprattutto, dei esperti pescatori del posto, in tanti hanno temuto ch anche la pioggia potesse presenziare alla quarantacinquesima edizione del “Positano Premia la Danza”, uno dei più antichi premi di danza al mondo. Sfilavano nervosi le ballerine ed i ballerini impegnati per la serata di gala, curata minuziosamente dalla direttrice artistica Laura Valente e dal coordinatore della commissione del premio Alfio Agostini. Il borgo era davvero un pullulare di artisti giovani e più esperti in una miscellanea colorata e piena di speranze per quella sera e per il futuro di ciascuno di loro.

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Valeria Galluccio

Esattamente quello che accade da quarantacinque anni a questa parte. Il successo del successo che Positano attrae inevitabilmente e che lo stesso Alfio Agostini ha ripetuto fino alla nausea, ricordando che tutti i premiati di ogni edizione non hanno mai rinunciato a calcare il palco estivo di Positano gratuitamente.

Proprio come Valeria Galluccio, una giovane ballerina delle premiate di questa edizione a cifra tonda voluta fortemente da Laura Valente e dal suo entourage. Una ballerina peraltro napoletana, con anni di studio alla corte di Annalisa Cernese, già diplomata al Teatro di San Carlo di Napoli e maestra assai credibile nel mondo della danza della sua città. Un binomio che ha accompagnato il loro stare insieme fin dalla tenera età di Valeria, con una vita di danza passata in sala con la sua maestra Annalisa ed un cassetto di sogni riempito anno dopo anno, saggio dopo saggio. Fino all’anno in cui si è licenziata dalla sua scuola e, soprattutto, dalla sua maestra Annalisa. Che la ricorda così.

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Valeria Galluccio

Ciò che mi ha sempre affascinata di Valeria sin dalla sua tenera età (ha iniziato con me lo studio della danza a cinque anni) é stata la cosiddetta coincidenza degli opposti che è in lei. Una mia correzione la faceva piangere per ore ma era capace di fare la sua lezione con un febbrone da cavallo, senza mai lamentarsi. Forte come una roccia, fragile come un uccellino, divertente e solare ma al contempo capace di provare sentimenti di profonda tristezza. Disordinatissima e ritardataria nella vita, ordinata e puntualissima  fino alla fobia nella danza. Una maniaca della perfezione in sala e un’arruffona nella vita. Averla vista danzare a Positano in occasione del premio é stata un’emozione che porterò per sempre nel mio cuore, da togliermi il fiato. Quando mi ha telefonato dal Canada per comunicarmi la splendida notizia che le era stato assegnato il premio mi ha detto le seguenti parole: <maestra, giurami che pensi che me lo merito>  Ecco questa é Valeria!

Un rapporto che ha segnato entrambe ma che ha potuto lanciare nel professionismo la giovane ballerina, saltando a piè pari dal passo d’addio al Canada nella persona di Marie Chouinard.

Prima di salpare al di là dell’Atlantico, Valeria Galluccio ha infatti salutato il suo familiare pubblico con “Elogio della Follia”, espressamente pensato per lei da Daria Papa, mentre per il repertorio classico Annalisa Cernese le ha cucito addosso Odette.

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Valeria Galluccio

Rimarrà per sempre nella storia della nostra scuola “Spazio Danza” – ammette la Cernese – soprattutto per il dato emozionale che diede al personaggio struggente di Odette. Per la follia di Dara Papa beh, quale altro ruolo avrebbe potuto assegnarle la sua docente? E poi quella serata magica del 9 settembre scorso è valsa a riavvolgere velocemente il nastro della vita artistica di questa giovane ragazza per capire quant’è brava per essere riuscita a conseguire questi incredibili risultati.

Ma quant’acqua è passata sotto i ponti di questa carriera ormai folgorante? E’ sufficiente tornare al 2008, quando ha inizio la sua carriera professionale nel debutto come solista nella coreografia “Glass Room” di Eleonora Folegnani, progetto sponsorizzato dalla Biennale Danza di Venezia. Per i successivi tre anni ha ricoperto il ruolo di interprete principale proprio nelle opere di Ismael Ivo. Nel 2011 è entrata a far parte della Compagnia di Marie Chouinard di cui è ancora oggi interprete ed insegnante del repertorio a Montreal ed all’estero.

In particolare Valeria Galluccio ha collaborato con Marie Chouinard nelle creazioni “Gymnopédie” del 2013,”Soft Virtuosity, Still Humid on the Edge” del 2015, “Jérôme Bosch: Les jardins des délices” dell’anno successivo ed in “Conférence dansée #2” di quest’anno.

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Gli esordi…

Nel 2015 ha ricevuto il premio “Danza&Danza” quale interprete italiana all’estero ma soprattutto nello scorso settembre ha ricevuto il riconoscimento Positano Premia la Danza – “Léonide Massine” (v. pagina Facebook) quale danzatrice dell’anno sulla scena internazionale, galeotto per il nostro incontro dalla platea al palco della Spiaggia Grande più bella del mondo della danza.

Lì Valeria Galluccio ha sprigionato l’energia che le è propria e quella di cui ha provato a ragionare la sua maestra di una vita. Presente anche lei in platea, tra i tanti granelli di sabbia che ci dividevano dal palcoscenico più mondano dell’estate scorsa. Saranno certamente ricordi indelebili per Annalisa Cernese alla vista dell’interpretazione di Valeria, impegnata in “Solo en silence” tratto da “Le cri du monde” della sua incredibile musa ispiratrice Marie Chouinard, con lo spartito di Louis Dufort. Ora il tempo non è più clemente come allora, anche perché il 9 settembre la pioggia si è persa la grande performance di Valeria Galluccio. E la sua maestra ne è stata testimone con gli occhi e col cuore. Provate a chiedere.

Massimiliano Craus

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