Serata Stravinskij alla Scala
Dall’11 Febbraio al 1 Marzo 2017 il Teatro alla Scala omaggia la genialità di Igor Stravinskij esaltata dalla direzione di Zubin Mehta, per la prima volta con il balletto scaligero, in una una serata che evoca il fermento creativo dell’alba del secolo scorso, di quella fucina artistica ineguagliabile che fu l’esperienza dei Ballets Russes. In programma due grandi balletti che hanno fatto la storia della danza: Le sacre du printemps e Petruška.
Petruška tornerà in scena nella versione storica, con la coreografia di Fokin e l’allestimento di Aleksandr Benois. La storia è basata sull’omonimo personaggio della tradizione russa, una marionetta dal corpo di segatura e la testa di legno, che prende vita e riesce a provare dei sentimenti. Assimilabile per molti versi a Pinocchio le cui passioni provocano il desiderio impossibile di vivere una vita umana. Le sue movenze a scatti rivelano il tormento delle emozioni imprigionate in un corpo di burattino. Ispirato all’opera Balagan del poeta russo Aleksander Blok, il balletto rappresenta uno tra i primi fermenti di rinnovamento della danza classica del Novecento. Mettendo in evidenza la sua componente tragica questa coreografia dà il ruolo di protagonista al ballerino di sesso maschile.
Nonostante il successo della rappresentazione, alcuni critici furono spiazzati dalle musiche impervie, dissonanti, talvolta grottesche di Stravinskij, ma ad un critico che, dopo una prova generale, chiese: “Ci avete invitato qui per sentire questa roba?”, Diaghilev rispose laconico: “Esattamente”.
Mentre Le sacre du printemps, come sappiamo, inscena un rito sacrificale pagano nella Russia antica all’inizio della primavera, nel quale un’adolescente veniva scelta per ballare fino alla morte con lo scopo di propiziare la benevolenza degli dei in vista della nuova stagione.
Insieme ad una orchestrazione ardita e ben congeniata, ad un uso spregiudicato di ritmiche complesse, di politonalità e di poliritmie, Igor Stravinskij si avvalse di svariati temi popolari russi per creare il tessuto musicale dell’opera. Invertiti,in tonalità diverse, sovrapposti, dilatati o ristretti, per questo vasto materiale l’opera in sé respira e vive degli elementi della Russia folkloristica, custode della memoria popolare e dunque così vicina al mondo arcaico e pagano che Stravinskij raffigurò con maestria, capace di colpire le zone dell’inconscio umano più primitive.
La coreografia di Glen Tetley si sgancia dai riferimenti storici per concentrarsi sulla potenza quasi tellurica e sulle emozioni suggerite dalla musica, evocando con costumi astratti e senza tempo i cicli di vita e morte, secondo l’alternarsi delle stagioni, affidando a un ballerino il ruolo dell’Eletto.
Con questa versione il grande coreografo fece il suo primo ingresso nel repertorio scaligero, e con questa versione tornerà, nel 2017, a dieci anni dalla sua scomparsa.
L’esecuzione sarà ad opera del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala.
Francesca Camponero