Disinvoltura e classe unica, così Derevianko racconta Mario Porcile
In questo percorso di ricordi che riguardano il memorabile Festival Internazionale del Balletto di Nervi non poteva mancare un altro grande della danza internazionale, Vladimir Derevianko, anche lui passato sul palcoscenico del teatro all’aperto Maria Taglioni e grande estimatore del Maestro Porcile.
Derevianko è un altro grosso nome del balletto che non ha bisogno di molte presentazioni, noto per le sue qualità tecniche e interpretative, è considerato uno degli artisti più interessanti nel panorama della danza internazionale. Formatosi come danzatore presso la Scuola del Bolshoi di Mosca, nel 1977 entra a far parte della Compagnia del Teatro Bolshoi dove grazie alle sue straordinarie qualità diviene ben presto primo ballerino. Al Bolshoi sotto la direzione di Yurj Grigorovich interpreta la maggior parte dei ruoli principali del repertorio classico, lavorando con alcuni dei grandi miti del teatro russo come Galina Ulanova, Vladimir Vassiliev, Raissa Struckova e Vladimir Nikonov.
Nel 1983 sul palcoscenico a pelo d’acqua della Spiaggia Grande di Positano, viene premiato da Alberto Testa come “giovane promessa della danza”. Una promessa mantenuta, alla grande visto che Derevianko si aggiudicò anche la medaglia d’oro ed il Grand Prix al Concorso di Varna, premio speciale che solo pochi danzatori hanno ricevuto oltre a lui: Vasiliev, Baryshnikov, Dupond, Guillem. Il suo percorso artistico sempre in ascesa nel 1993 lo porta alla direzione della Compagnia di Balletto della Sachsische Staatsoper Semperoper di Dresden che con lui è divenuto il Ballett Dresden. Dal 2007 al 2010 ha diretto la compagnia del Maggio Musicale di Firenze, il Maggio Danza, e ultimamente, sotto la direzione di Makhar Vaziev, Derevianko è stato docente del Corpo di ballo del Teatro alla Scala di Milano.
Presenza forte, determinata e profonda, Vladimir è una persona speciale, comunicativa, di grande esperienza e cultura, tutte qualità che ho verificato personalmente in qualità di sua amica. La sua personalità completa e straordinaria sulla scena ha dato molto alla danza e continuerà a dare ancora.
E ricordando Mario Porcile ed il Festival di Nervi mi ha riportato questo:
“Ho incontrato Mario Porcile per la prima volta a Nervi nel 1982, quando sono venuto al festival con la compagnia del Bolshoi, ballando Mercuzio nel Romeo e Giulietta di Grigorovich. Quando gli sono stato presentato Mario era con Vasiliev e Maximova, e con lui c’erano anche Serge Lido con la moglie Irene Lidova.
Mario era un uomo erudito, sapeva gestire situazioni difficili con disinvoltura e classe unica. Era simpatico ed elegante e la sua cultura nel campo della danza era davvero tanta. Dopo Nervi abbiamo fatto molti altri spettacoli insieme sempre organizzati da lui e dal suo assistente che ultimamente era Claudio Bandera, e ci siamo visti spesso anche al di fuori del lavoro, soprattutto a Parigi da Irene Lidova, ma anche in Italia in occasione di serate di gala e cene.
Purtroppo quando la direzione del Festival di Nervi è passata in altre mani è cambiata di livello ed in pochi anni il festival ha perso quella preziosità ed allure creata da Porcile diventando inesistente. Mario ne soffriva molto di questo e di questo abbiamo spesso parlato insieme. Del resto i tempi stavano cambiando e la situazione stava andando precipitosamente verso il basso. Ai tempi della nascita del Festival c’era un benessere generale molto alto e quindi Porcile, che aveva grande competenza di danza e conoscenze personali con le grandi étoiles del tempo, poteva realizzare spettacoli di altissimo livello. Tutti i più grandi del balletto internazionale sono passati da lui. Purtroppo, dispiace dirlo, ma non credo che oggi ci siano altri come lui”.
Vladimir Derevianko attualmente è un freelance. Insegna in varie scuole spostandosi da Roma a Bari. Il prossimo novembre tornerà a Mosca in un centro coreografico di danza contemporanea, dove risiedono la compagnia e la scuola. Noi ci auguriamo vivamente il suo ritorno come maestro del Corpo di ballo del Teatro alla Scala di Milano, ma questo, come dice lui stesso, dipenderà dal nuovo direttore che sostituirà Bigonzetti.
Francesca Camponero