Aria di cambiamenti con Giuseppe Picone alla direzione del Ballo del San Carlo
Era in macchina e stava guidando Giuseppe Picone,quando ha ricevuto la telefonata dalla sovrintendente del San Carlo, Rosanna Purchia che gli comunicava che era diventato il nuovo Direttore del Ballo del Teatro.
– Non ci credevo – racconta Picone – tanto è vero che le ho chiesto se stesse scherzando. Al che la Signora Purchia mi rispose di come potessi pensare ad uno scherzo per una notizia simile. Beh, a quel punto realizzando che quello che credevo un sogno era diventato una realtà sono stato felicissimo soprattutto rendendomi conto che il teatro in cui ho cominciato la mia formazione, dove ho avuto i primi successi anche come ballerino non si era scordato di me. Per altro è’ la prima volta che io ricordi che al San Carlo, un ballerino nato a Napoli, cresciuto nella scuola di ballo del teatro, dopo essere diventato étoile rientra come direttore.
– Quindi adesso torni a “casa”, lascerai la tua abitazione romana?
– Sì, diciamo pure che torno a casa , perchè per me il San Carlo è “casa”, lo è sempre stato anche quando ero all’estero . Insomma è un’emozione grande rientrare in quell’edificio splendido e ricco di storia, ma al momento non lascerò la mia abitazione romana, del resto Roma – Napoli non è una lunga distanza.
– Pensi che questa sua nuova mansione di responsabilità ti penalizzerà nel continuare a ballare?
– Diciamo che avrò altri compiti oltre a quello di danzare, perchè la mia intenzione al momento non è assolutamente quella di lasciare le scene. Del resto non sarei il solo , Nureyev lo ha fatto con l’Opéra de Paris, Tamara Rojo all’English National Ballet e adesso anche Eleonora Abbagnato all’opera di Roma continua la sua brillante attività di prima ballerina etoile. Dirigere il corpo di Ballo farà sì che i danzatori mi vedrenno tutti i santi giorni attaccato alla sbarra come loro facendo loro capire capire che quello è il nostro pane quotidiano.
– Quali sono le tue prime idee riguardo al tuo programma di direzione?
– La mia prima regola sarà di non perdere mai di vista la meritocrazia. Il mio obiettivo principale è quello di valorizzare i talenti della scuola del San Carlo. Se se lo meritano, saranno sicuramente valorizzati. Questo non vuol dire che se in audizione mi trovo davanti ballerini straordinari, non li sceglierò perché non sono della scuola del San Carlo. La meritocrazia, vale per tutti .
– Da anni il balletto italiano soffre, secondo te quali sono i motivi?
– In Italia si fanno le cose ”all’italiana”, ogni 3-4 anni si cambia direttore, sovrintendente. All’estero non funziona così. Al Ballet de Bordeaux, Charles Jude è direttore da 17 anni il che gli ha concesso di dare una sua linea guida alla compagnia, che ormai è conosciuta per determinati balletti che fanno solo loro. Un direttore in carica solo tre anni, se tutto va bene, per quanto si dia da fare per cambiare le cose che non vanno non riuscirà mai a terminare la sua impresa a pieno. Il tempo a disposizione è tutto.
– La tua nomina sembra essere un segnale importante nella città di Napoli e in Italia in generale, che ne pensi a riguardo?
– Condivido, la mia nomina è un segnale molto forte soprattutto per gli italiani all’estero. E’un po’ come dire attenzione, non tutto è perduto. Io che sono nato in questo teatro, ora torno come direttore. E’ una cosa straordinaria! Ritengo di essere stato, e continuare ad essere, una persona leale ed onesta nei confronti della danza, che è la mia passione, come della vita. E’ stato questo a premiarmi perchè di santi in paradiso certo non ne ho ed allora se è successo questo vuol dire che in Italia se si vuole le cose possono cambiare veramente.
– A dicembre hai in programma al Massimo di Palermo uno Schiaccianoci che per altro ti vede anche in veste di coreografo, manterrai questo impegno?
– Assolutamente sì. Sono stato molto chiaro con il San Carlo, gli impegni presi in precedenza non si toccano, peraltro come d’accordo da tempo sarà proprio il San Carlo a fornire i costumi si scena del balletto. Vorrà dire che insegnerò al mio assistente le coreografie che imbastirà con il corpo di ballo siciliano e poi, una decina di giorni prima dello spettacolo, andò io a visionare il tutto e a dare il tocco finale.
– Come un vero direttore d’Orchestra?
– Esattamente. Certo non voglio togliere ai ballerini la scena, ma certamente mi si vedrà ancora a lungo sul palco, compreso quello del San Carlo. Come conciliare i miei impegni pregressi con questo nuovo ruolo sarà tra gli argomenti che affronteremo con la Sovrintendente Purchia giovedì prossimo.
– Che reazione hai avuto da parte del mondo della danza a questa tua nomina?
– Ho ricevuto telefonate da Londra a New York e Tokio, un numero inverosimile di chiamate tanto che mi si è scaricato il telefono. Amici lontani e vicini e soprattuto tanti giovanissimi che neanche mi conoscono di persona che mi hanno scritto manifestando la loro gioia per questo mio ritorno al San Carlo. Ed io è proprio a questi ragazzi giovani e talentuosi che rivolgerò la mia massima attenzione. Voglio dare loro tutte le possibilità per affermarsi. In fondo è proprio per questo che mi sono candidato.
E così il bellissimo Giuseppe Picone torna alla ribalta, ma, a differenza di altri, lo fa in punta di piedi come nel suo carattere, discreto e riservato. Il suo è un cuore puro, semplice, ma che all’interno ha tanto fuoco sacro da vendere.
Francesca Camponero
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