Fanny Cerrito, la “scugnizza” del balletto
Danzava con la “verve” di una vera scugnizza Francesca Teresa Giuseppa Raffaella Cerrito a cui in seguito venne dato il nome d’arte Fanny. E come sanno tutti gli esperti di danza fu una grande ballerina classica, Etoile al San Carlo, alla Scala, a Londra, Parigi e Vienna. Fanny si confrontò con le grandi del suo tempo: Maria Taglioni, Fanny Elssler e Carlotta Grisi e pur non avendo una grande tecnica sapeva entusiasmare il pubblico.
Era nata a Napoli l’11 maggio del 1817 in via Pedamentina san Martino n. 6 (oggi via S. Lucia a Monte) nel quartiere Montecalvario, nella casa di suo padre Raffaele di soli 28 anni. Anche la mamma Marianna D’Alife era giovanissima, quando è nata Francesca aveva 23 anni, e non era al suo primo parto in quanto la bimba aveva un fratello, Giuseppe, di tre anni più grande.
Francesca, aveva un carattere vivacissimo, che faceva impazzire le suore dell’Istituto Scuole Pie vicino casa, e soprattutto amava ballare. Sua madre aveva notato questa sua predisposizione, pertanto dopo la licenza elementare, invece di iscriverla al ciclo inferiore del collegio (così era allora chiamato il ginnasio – scuola media), consigliata da Pier Angelo Fiorentino, un amico di famiglia che poi divenne un famoso critico musicale a Londra, le fece frequentare la scuola di danza presso il teatro San Carlo.
Sulle prime sembrò che la bambina non avesse grandi doti per diventare ballerina, ma in seguito sotto la guida dei grandi maestri che operavano presso il San Carlo a quei tempi, come Pietro Hus e Salvatore Taglioni, si appassionò all’arte tersicorea dando ottimi risultati. Taglioni, zio della grande Maria Taglioni (una delle più grandi ballerine dell’epoca romantica), apprezzava Francesca, che grazie al suo carattere esuberante, pur stentando ad apprendere la parte tecnica, era bravissima sul palco per la quella presenza scenica che aveva innata.
Il 28 luglio del 1832, a soli 15 anni, Fanny Cerrito debuttò al Teatro del Fondo (oggi Teatro Mercadante) nel pas de deux della coreografia comica Oroscopo di Galzerani dove riscosse un immediato successo di pubblico. A seguito di questo fortunato debutto ottenne subito anche una scrittura al Teatro Tordinona di Roma dove rappresentò tre balletti del Galzerani: Gli Empirici, I tre gobbi e Buondelmonte, con tale successo che le fu accordata la serata “Beneficiata” nella quale la metà dell’incasso andava a favore degli interpreti.
A maggio del 1833 ritornò al San Carlo rappresentando due coreografie del Taglioni, per approdare subito dopo al Teatro La Pergola di Firenze dove lavorò per la stagione 1833/34 e dove conobbe la quattordicenne Carlotta Grisi, della quale Francesca apprezzava le qualità recitative di cui lei non era particolarmente dotata. Da allora ebbe il vezzo di posticipare il suo anno di nascita dal 1817 al 1821 per sembrare più giovane della Grisi.
Ma malgrado il successo che stava ottenendo in Italia Fanny non si fermò quando ebbe l’opportunità di andare all’estero. Nel 1836 infatti, il Kartnertor Theater di Vienna fece una selezione di ballerine per ricostruire il corpo di ballo. A quella selezione partecipò anche l’intraprendente napoletana che fu scelta e il 4 aprile debuttò con il balletto Mosè tratto dall’opera di G. Rossini. Francesca, che certo non era stupida, approfittò della presenza nella capitale austriaca del grande maestro francese Jules Perrot, che si trovava a Vienna insieme a Carlotta Grisi (che avrebbe sposato poco dopo) per superare, con la sua guida, le defaillance tecniche che si trascinava dalla scuola del San Carlo a causa del suo precoce debutto.
Vienna fu anche la città dove si accese la sua rivalità con Fanny Elssler, la beniamina del pubblico austriaco. Ma Francesca Cerrito, che i viennesi soprannominarono Fanny in onore della Elssler, non ebbe paura di confrontarsi con la Fanny locale esibendosi nei pezzi forti della “avversaria” piacendo ancor più della sua antagonista. Sull’onda dei successi viennesi, venne scritturata alla Scala di Milano dove debuttò nel 1837 con I veneziani a Costantinopoli. A Milano ebbe modo di perfezionarsi ulteriormente con il maestro Carlo Blasis e la moglie Annunciata Ramaccini.
Fanny Cerrito, era ormai sulla cresta dell’onda della danza internazionale insieme alle sue compagne “avversarie” Carlotta Grisi, Fanny Elssler e Maria Taglioni, e i suoi successi continuavano con la scrittura al Her Majesty’s Theatre di Londra, dove a metà del 1840 si recò con tutta la sua famiglia. Fu proprio a Londra che iniziò anche la sua attività di coreografa oltre che di ballerina con Alma ou la fille du feu. E sempre a Londra la Cerrito incontrò l’affascinante Arthur Saint-Leon, coreografo e ballerino francese che era anche un valente violinista. Dapprima fra i due si creò un legame artistico con i balletti Alma e Silphide, che poi divenne anche affettivo e finì con il matrimonio a Parigi il 17 aprile del 1845 .
Ne frattempo l’impresario Lumley stava preparando il più grande evento di danza del secolo, voleva mettere insieme le quattro ballerine più famose dell’era romantica del balletto in un unico pas de quatre: Maria Taglioni, Lucille Grahn, Fanny Cerrito, Carlotta Grisi. Il 12 giugno del 1845 tra due atti dell’Anna Bolena ci fu così questo memorabile pas de quatre. Maria Taglioni si dimostrò la più grande, per bravura ed esperienza, la Grahn, che era la meno famosa e dotata delle quattro, si accontentò di rimanere in ombra delle sue colleghe più famose; tra la Grisi e la Cerrito invece si ebbero scintille già dalle prove, e continuarono con una gara di bravura durante il pas; alla fine la Cerrito ebbe la meglio e il pubblico la premiò con il secondo più lungo applauso dopo quello tributato alla Taglioni.
Nel 1947 Fanny ebbe finalmente un invito all’Opéra di Parigi, in seguito alla sostituzione del direttore che aveva sempre frenato la cosa. A favorirla fu senz’altro il fatto che fosse sposata con il grande Arthur Saint-Leon , in ogni caso Fanny debuttò il 20 ottobre con Alma dove ballò in compagnia del marito Arthur. Ma la coppia non durò a lungo, nel 1850 cominciarono i dissapori fra i due e Stella, una coreografia del Saint-Leon ambientata a Napoli in onore delle origini della protagonista, fu uno degli ultimi lavori in cui collaborarono, poiché nel 1851 la Cerrito si divise dal marito sia nella vita che nella danza.
Ma quello non fu un anno sfortunato in quanto, come ambivano i suoi genitori, conobbe un nobile spagnolo, Manuel Antonio de Acuña-de Witte di Bedmar, di cui diventò presto amante e che le diede anche una figlia, Matilde. A seguito di questa gravidanza la Cerrito fu costretta a lasciare le scene per qualche tempo e in seguito, appesantita dal parto, non riuscì più a esprimersi con quella verve che l’aveva contraddistinta.
Nel 1857 abbandonò definitivamente la danza per ritirarsi a vita privata e occuparsi personalmente della figlia. Il 6 maggio del 1909, alla vigilia dell’arrivo dei Ballets Russes di Diaghilev, morì a Parigi all’età di 92 anni. Furono pochi a ricordarsi di lei, di quella scugnizza napoletana che spigliatezza, vitalità e brio ne avevano fatto una delle grandi interpreti del balletto romantico.
Francesca Camponero
[In alto: litografia anonima che raffigura il celebre pas de quatre]
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