Là dove il gioco sostiene la danza
Editoriale sponsorizzato
Negli Stati Uniti, in quello che è realmente un altro mondo rispetto al nostro della vecchia Europa, le contaminazioni fra le arti, lo spettacolo e altri aspetti della vita sono molto più frequenti. Accade così che un ruolo fondamentale per lo sviluppo di diversi settori delle arti performative lo svolgano i casino. A Las Vegas o Atlantic City, anche grazie alla concorrenza accanita fra le diverse strutture, non è raro assistere a cartelloni che prevedono l’esibizione nello stesso giorno di stelle di prima grandezza nel firmamento della musica, della danza o del teatro. Per passare il proprio tempo un cittadino americano non avrebbe bisogno di cliccare su link come “Gioca Casinò sul tuo smartphone“; potendolo fare, si recherebbe di persona sul posto e usufruirebbe di tutti i servizi di intrattenimento che i grandi alberghi gli propongono.
Certo, di fronte alle contaminazioni i puristi storcono il naso e, dal loro punto di vista, hanno tutte le ragioni di questo mondo. Ma, se ammettiamo che quello della danza (e della musica e del teatro) è un mondo in continua evoluzione, che ha necessità di un continuo ricambio di talenti e di professionisti, allora è necessario che, da qualche parte, arrivino risorse finanziarie sufficienti. Si potrebbe quasi dire: è il mercato, bellezza!
L’alternativa è una sola, quella di ottenere finanziamenti pubblici sufficienti a mantenere e far evolvere il settore della danza nel suo complesso. In Italia oggi questo non succede più o, meglio, succede in misura minore che in passato, vuoi per una sottovalutazione delle potenzialità del settore cultura e spettacolo, vuoi per una maggiore attenzione alla spesa pubblica (ma non è certo questa la sede per approfondire queste tematiche). Le compagnie, le scuole, l’intero settore attraversa così gravi difficoltà economiche, il pubblico non viene soddisfatto perché la qualità dell’offerta cala, e così via in una spirale mortale.
Quello del gioco è uno dei pochi settori economici che non conosce crisi e che gode di enorme liquidità e noi non possiamo far altro che sperare che, prima o poi, dalle realtà che operano in questo mercato giungano le risorse per alimentare quel grande bacino di speranze, posti di lavoro, emozioni, passione che è il mondo del teatro in generale e quello della danza in particolare.