Roberto Bolle a Sanremo. Parliamone

Qualche purista del balletto avrà sicuramente storto il naso per la partecipazione di Roberto Bolle al Festival di Sanremo. E in parte hanno ragione. Teatro e televisione sono due contesti estremamente diversi e la danza, intesa come disciplina, ha già dato ampie dimostrazioni di non essere propriamente idonea al piccolo schermo.

Da un altro punto di vista, però, Bolle ha fatto benissimo, per diverse ragioni che cercherò di spiegare.

Nel campo della comunicazione mediatica, l’operazione è stata semplicemente geniale, specie se non del tutto programmata e organizzata. Il momento clou è stato, a mio modesto parere, quando Bolle si è messo a “giocherellare” con la co-conduttrice Virginia Raffaele sulle note di La notte vola, brano “storico” di Lorella Cuccarini. Il grande ballerino ha, in questo modo, detto al grande pubblico che l’importante non è cosa e come si danza, ma danzare. Quello che si vuole, come si può, ma danzare. Se proprio si volesse spaccare il capello in quattro, si potrebbe aprire una discussione infinita sul fatto se sia stato Roberto Bolle ad abbassarsi al livello di Lorella Cuccarini e dei balletti televisivi, oppure se Roberto Bolle abbia innalzato il livello artistico di Lorella Cuccarini e del balletto televisivo. Ma, per dirla come Clark Gable in Via col vento, “francamente me ne infischio”. Un artista non può essere collocato all’interno di schemi concettuali preconfezionati a uso e consumo di semplificazioni cognitive. Un artista deve trasmettere emozione e se il pubblico si è emozionato, allora vuol dire che ha svolto bene il suo compito.

Allo stesso modo, si potrebbe criticare la scelta di danzare un brano dei Queen con una coreografia di Mauro Bigonzetti creata apposta per l’occasione. Certo, sarebbe stato più facile per Bolle danzare un pezzo del repertorio classico, magari con un assolo maschile da Lo Schiaccianoci che lo stesso Bolle sta interpretando in questi giorni alla Scala di Milano. Invece, presentare un brano in stile contemporaneo, una nuova creazione, ha richiesto di sicuro un certo numero di prove. E questo, per me, si chiama rispetto del pubblico. Se una serata è importante bisogna rendere omaggio al pubblico (pagante) con qualcosa di unico, mai visto prima. Ma non solo. Un uomo famoso, se di mestiere calca la scena, ha il dovere di mostrarsi, di farsi conoscere dal grande pubblico, di essere “nudo” di fronte alla platea. Forse, se Bolle si fosse presentato impaludato nei rigidi schemi imposti dal balletto accademico, la sua esibizione non avrebbe fatto così tanto parlare. E noi non saremmo qui a discuterne.

Nella breve intervista rilasciata a Carlo Conti, Bolle ha parlato del suo fisico. In poche parole ha spiegato che servono innumerevoli sacrifici, in termini di allenamento, regime dietetico, ecc., ma che il gioco vale la candela, se uno ha passione. E questo è stato uno spot notevole per tutti coloro che temono di non potercela fare. Certo, ci vogliono doti naturali e predisposizione fisica, ma anche tanto, tanto lavoro.

Infine, lasciatemi concludere, prima di rivedere i video dell’esibizione, con una breve nota di carattere personale: mai avrei pensato, infatti, di dedicare una mezz’ora del mio tempo a scrivere del Festival di Sanremo. Ecco, Roberto Bolle è riuscito a fare anche questo…

Alberto Soave

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