Alicia Alonso

Alicia Alonso, nata come Alicia Ernestina de la Caridad del Cobre Martínez del Hoyo il 21 dicembre 1920 a L’Avana, Cuba, è stata una delle figure centrali della danza del XX secolo, nonché un simbolo dell’identità culturale cubana e della tradizione ballettistica latino-americana. Il suo nome è indissolubilmente legato alla creazione, allo sviluppo e al consolidamento del Ballet Nacional de Cuba, una compagnia che ha saputo ritagliarsi, sotto la sua direzione, uno spazio di primo piano all’interno dell’élite mondiale della danza accademica. La sua vita e la sua carriera sono segnate da una dedizione assoluta all’arte del balletto, dalla costante ricerca della perfezione tecnica e drammatica, nonché da una singolare forza di volontà che le ha consentito di superare persino gravi limitazioni fisiche, come il progressivo deterioramento della vista.

Alicia Alonso nel 1958 (foto di Annemarie Heirich)

Origini e Formazione
Alicia Alonso proveniva da una famiglia della media borghesia dell’Avana, in un contesto in cui le arti, seppur non centrali, godevano di una considerazione crescente nella società cubana. Fin da giovanissima dimostrò una speciale inclinazione per la danza e, benché gli inizi fossero da autodidatta, la sua formazione si fece presto più strutturata. Studiò con noti maestri di danza presenti sull’isola, fra i quali Sofia Fedorova, e, verso la metà degli anni Trenta, si trasferì negli Stati Uniti per affinare ulteriormente la tecnica. Lì prese lezioni presso la School of American Ballet a New York, la scuola fondata da George Balanchine e Lincoln Kirstein, e si formò inoltre sotto la guida di maestri di fama internazionale come Enrico Zanfretta e Alexandra Fedorova.
Il periodo newyorkese fu decisivo nel forgiare lo stile di Alonso e nel far emergere la sua peculiare personalità artistica. Sempre in quegli anni, la giovane Alicia sposò il ballerino Fernando Alonso, con il quale avrebbe intrattenuto un sodalizio non solo sentimentale, ma anche artistico e pedagogico. Fu proprio con Fernando e con il cognato, Alberto Alonso, che avrebbe dato vita, qualche anno più tardi, al nucleo originario del Ballet Nacional de Cuba.

Il Debutto e l’Ascesa Internazionale
Il debutto professionale di Alicia Alonso avvenne a Broadway, nell’ambiente del teatro musicale, una scelta non insolita per i giovani ballerini degli anni Trenta, alla ricerca di opportunità concrete di guadagno e di visibilità. Tuttavia, la sua vera inclinazione era per il balletto classico, un ambito nel quale, all’epoca, gli Stati Uniti stavano facendo grandi passi avanti, grazie alla presenza di compagnie e coreografi europei in esilio e alla formazione di nuovi organismi stabili come l’American Ballet Caravan e l’American Ballet Theatre.
Fu proprio con l’American Ballet Theatre (ABT), allora nascente sotto la direzione di Lucia Chase e Richard Pleasant, che la Alonso trovò l’ambiente ideale per affermare il proprio talento. Nel 1941 entrò nella compagnia, e ben presto vi ottenne ruoli di rilievo, interpretando opere chiave del repertorio classico e dimostrando un’eccezionale versatilità. Il salto di qualità si verificò nel 1943, quando fu chiamata a sostituire l’illustre ballerina russa Gisella Caccialanza nel ruolo protagonista di “Giselle”, uno dei capisaldi del romanticismo ballettistico. La sua interpretazione fu salutata con entusiasmo da critica e pubblico e segnò l’inizio della sua ascesa nell’olimpo del balletto classico mondiale. Da quel momento, Alicia Alonso fu riconosciuta come una Giselle di riferimento, non solo per la precisione tecnica, ma anche per la profondità interpretativa, la capacità di trasmettere la fragilità e l’incanto etereo del personaggio, nonché la complessità psicologica dell’eroina romantica.

Lo Stile e l’Arte Interpretativa
Alicia Alonso fu una ballerina di straordinaria eleganza, caratterizzata da una tecnica pulita, cristallina e al tempo stesso calda e intensa. Il controllo, la musicalità, la sicurezza nei passaggi più complessi – nonostante la menomazione visiva che negli anni divenne una costante sfida – fecero di lei un’interprete unica. La sua arte esprimeva una danza insieme rigorosa e passionale, fedele alle linee e ai codici del balletto classico, ma animata da uno spirito quasi “latino” nella sua intensità espressiva. I critici spesso sottolineavano come ogni gesto di Alonso fosse coerente con la narrazione coreutica, come i dettagli espressivi di mani, braccia, sguardo e port de bras fossero sapientemente utilizzati per dar vita ai personaggi.
La cecità parziale, progressivamente aggravata nel corso degli anni, non ne limitò affatto la brillantezza scenica. Con grande ingegno, Alicia imparò a orientarsi sul palcoscenico attraverso punti di riferimento luminosi, allenando la memoria spaziale e facendo affidamento sul partner e su indicazioni sceniche precise. Questa capacità di danzare oltre il limite fisico contribuì ad accrescere l’aura leggendaria della sua figura, ponendola come esempio di forza, determinazione e resilienza artistica.

Alicia Alonso nel 1955

Il Ritorno a Cuba e la Fondazione del Ballet Nacional de Cuba
Nel 1948, sostenuta dal marito Fernando Alonso e dal cognato Alberto Alonso, Alicia tornò stabilmente a Cuba. L’isola, pur vantando una tradizione musicale e coreutica ricca e variegata, non aveva ancora una solida istituzione ballettistica di respiro internazionale. Fu perciò un atto di coraggio e di lungimiranza la fondazione del Ballet Alicia Alonso, embrione di quello che sarebbe diventato il Ballet Nacional de Cuba nel 1955. Questa compagnia, sostenuta inizialmente con risorse limitate e con l’appoggio di sponsor privati, si propose di divulgare il balletto sull’isola, di formare nuovi talenti locali e di creare un repertorio nazionale che integrasse le grandi opere classiche con creazioni originali, ispirate alla cultura e alla storia cubana.
L’impegno pedagogico della Alonso fu decisivo. Sotto la sua guida, il Ballet Nacional de Cuba sviluppò un metodo di formazione dei danzatori estremamente rigoroso, capace di fondere la tradizione del balletto russo – rimodellata dalle esperienze americane e dal genio dei fondatori – con un timbro interpretativo proprio, che univa precisione tecnica e calore espressivo. L’istituzione in breve tempo divenne un faro della danza classica nell’area caraibica e latino-americana, aprendo opportunità a intere generazioni di giovani danzatori cubani che, fino a quel momento, non avevano potuto ambire a una carriera internazionale.

Il Ruolo Culturale e Politico
Dopo la Rivoluzione Cubana del 1959, la situazione politico-sociale del Paese cambiò profondamente. Il governo di Fidel Castro scelse di sostenere l’arte e la cultura come parte integrante dell’identità nazionale e della propaganda ideologica. In questo contesto, il Ballet Nacional de Cuba ricevette un forte sostegno statale, che ne garantì la stabilità finanziaria, la possibilità di formare talenti senza distinzione di ceto e la capacità di portare la danza classica in ogni angolo del Paese. Alicia Alonso ne divenne la direttrice artistica e l’immagine iconica, incarnando il binomio di eccellenza artistica e impegno sociale.
Se da un lato la stretta relazione con il governo rivoluzionario garantì alla Alonso e alla sua compagnia un supporto fondamentale, dall’altro ciò comportò anche alcune controversie e difficoltà nel mantenere rapporti fluidi con l’estero, specialmente con gli Stati Uniti, a causa dell’embargo e delle tensioni politiche internazionali. Tuttavia, nonostante le difficoltà, Alicia riuscì a portare la compagnia in tournée internazionali, ottenendo riconoscimenti da parte della critica europea e asiatica. Il Ballet Nacional de Cuba diventò così un simbolo di prestigio internazionale, favorendo scambi culturali e l’affermazione di una scuola ballettistica nazionale di altissimo livello.

Il Repertorio e le Grandi Interpretazioni
La Alonso è ricordata principalmente per le sue interpretazioni in opere come “Giselle”, “Il lago dei cigni”, “La bella addormentata” e “Coppelia”, nonché per la partecipazione a creazioni coreografiche originali. Attraverso la sua direzione artistica, il Ballet Nacional de Cuba ha plasmato versioni personali dei grandi classici, arricchendone gli aspetti drammatici, curando l’autenticità stilistica e lavorando su un’estetica coreografica in grado di esaltare le qualità tecniche ed espressive dei danzatori cubani.
Uno dei tratti più apprezzati del lavoro della Alonso come interprete e direttrice è stata la meticolosa attenzione ai dettagli, sia nella messa in scena che nell’esecuzione tecnica. Per Alicia Alonso, il balletto era un’arte totale: non si limitava alla danza in sé, ma comprendeva la scelta delle scenografie, dei costumi, dell’illuminazione, della resa interpretativa dei singoli personaggi. Questo approccio olistico, che bilanciava fedeltà alla tradizione e innovazione, contribuì a creare un vero e proprio “stile cubano” del balletto, riconosciuto a livello internazionale.

La Cecità e la Lotta per la Perfezione
La storia di Alicia Alonso è inseparabile dalla sua straordinaria capacità di superare gli ostacoli. Fin dagli anni Quaranta, la ballerina subì una serie di interventi chirurgici per tentare di fermare il progredire di una malattia oculare che minacciava la sua vista. La perdita parziale della vista la costrinse a sviluppare strategie d’orientamento sul palcoscenico che coinvolgevano l’uso di luci speciali, segnaposti cromatici sul sipario o sul palcoscenico e, soprattutto, una fiducia assoluta nel partner. Nonostante queste difficoltà, la Alonso continuò a danzare con precisione e sicurezza, costruendo sul proprio limite fisico un esempio di abnegazione e di spirito artistico indomito.
Lontano dallo scoraggiarsi, fu in grado di sfruttare la maggiore concentrazione richiesta per trasformarla in profondità espressiva. Le sue interpretazioni, specialmente negli anni della maturità, furono dunque caratterizzate non solo dalla padronanza tecnica, ma da una capacità di immedesimazione e da una forza narrativa rare. In una disciplina dove la perfezione formale ha un ruolo cardine, l’aver saputo danzare a livelli così alti nonostante gravi menomazioni l’ha resa un simbolo non solo della danza, ma dell’arte tout court.

Foto di gruppo del Ballet Nacional de Cuba con Alicia Alonso e Benjamin Steinberg

L’Eredità Pedagogica e Culturale
Un aspetto fondamentale dell’opera di Alicia Alonso fu il suo impegno pedagogico. Non si limitò a trasmettere il repertorio classico, ma si occupò di formare intere generazioni di insegnanti e coreografi. Il Ballet Nacional de Cuba, grazie al metodo rigoroso e al contempo dinamico messo a punto sotto la sua direzione, divenne una vera e propria fucina di talenti. Dai ranghi della compagnia uscirono danzatori e danzatrici di fama mondiale, destinati a nutrire le fila di importanti complessi teatrali internazionali o a intraprendere carriere da solisti rinomati.
A livello coreografico, Alicia Alonso stimolò la creazione di nuove opere che pur rispettando i canoni classici, rivendicassero un’identità culturale specificamente cubana. Questo comportò l’inserimento di elementi tratti dal folclore locale, da miti, leggende e temi storici, in modo da costruire un repertorio che non fosse una semplice replica delle tradizioni europee, ma un contributo originale allo sviluppo del balletto a livello mondiale.

Premi, Riconoscimenti e Onorificenze
La carriera di Alicia Alonso fu costellata da numerosi premi e riconoscimenti. Ricevette onorificenze internazionali, dottorati honoris causa, medaglie e premi artistici in tutto il mondo. Fra le più prestigiose onorificenze si possono citare il titolo di Prima Ballerina Assoluta, attribuito dal governo cubano nel 1967, e numerosi riconoscimenti in Europa e Asia, dove fu apprezzata per le sue tournée e i suoi contributi all’arte della danza. Era membro onorario del Consiglio Internazionale della Danza dell’UNESCO e la sua figura è stata celebrata da istituzioni e accademie internazionali.

Gli Ultimi Anni e la Memoria Storica
Negli ultimi anni di vita, sebbene limitata nei movimenti dalla cecità e dall’età avanzata, Alicia Alonso continuò a seguire le attività del Ballet Nacional de Cuba, offrendo la propria consulenza e la propria esperienza. La sua presenza, seppur meno frequente sulle scene, rimase un punto di riferimento per la compagnia e per la danza cubana in generale. Morì il 17 ottobre 2019 all’età di 98 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo del balletto. La notizia della sua scomparsa fu accolta con profonda commozione e rispetto, non solo a Cuba, ma in tutto il globo, a testimonianza di quanto la sua figura fosse divenuta leggendaria.

L’Eredità di Alicia Alonso nel XXI Secolo
L’eredità di Alicia Alonso continua a vivere e a influenzare il mondo della danza ben oltre i confini di Cuba. Il metodo di formazione del Ballet Nacional de Cuba, la peculiare integrazione fra rigore classico e sensibilità interpretativa, il rispetto delle tradizioni del balletto ottocentesco combinato con la freschezza e la vitalità della cultura caraibica, costituiscono un patrimonio artistico di primaria importanza.
Le sue interpretazioni di “Giselle” e di altri ruoli cardine continuano a essere studiate e prese a modello dai giovani danzatori, che vedono in Alonso un simbolo di perfezione estetica e di resilienza. Inoltre, la sua storia di donna che ha saputo affermarsi in un ambiente complesso, dominato in larga parte da una cultura maschile e da standard internazionali severi, offre un esempio di emancipazione e di forza femminile che va al di là del contesto artistico.
Alicia Alonso ha posto Cuba sulla mappa della danza mondiale, contribuendo a creare un ponte tra l’Europa, gli Stati Uniti e l’America Latina in ambito ballettistico. Il suo nome è associato non solo all’eccellenza tecnica, ma anche all’impegno nella divulgazione, nella creazione di una coscienza artistica nazionale e nell’educazione di generazioni di danzatori. La sua vita costituisce, dunque, un caso esemplare di come la danza possa farsi veicolo di identità culturale, di dialogo fra nazioni e di emancipazione personale.
In conclusione, la figura di Alicia Alonso trascende i confini geografici e disciplinari, collocandosi a pieno titolo nella storia dell’arte e della cultura del XX secolo. La sua biografia non è soltanto quella di una ballerina eccezionale, ma quella di una donna forte, un’educatrice lungimirante, una direttrice artistica visionaria, capace di plasmare un intero panorama nazionale della danza e di influenzare il corso della storia ballettistica internazionale. Di fronte a un simile lascito, la memoria di Alicia Alonso continuerà a vivere nelle generazioni future, ispirandole a perseguire la bellezza, l’eccellenza e la resilienza, valori che hanno accompagnato questa straordinaria artista per l’intero arco della sua lunga e luminosa esistenza.


A cura di Alberto Soave

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